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GRSWEEK DEL 27-28 OTTOBRE – “RIMANERE INDIFFERENTI NON E’ NORMALE”

 

Bentrovati all’ascolto del GrsWeek. In studio Elena Fiorani

Fischiano venti di odio razziale, in Italia e in Europa. Le aggressioni contro migranti o persone con la pelle nera sono ormai cronaca quotidiana. E fatti come lo stupro e la morte brutale di Desiree a Roma rischiano di far divampare ulteriore violenze. Fatti che chiedono legalità e giustizia, per tutti. Perché la morte, l’odio e la violenza non prevalgano mai.

“I princìpi di civiltà e di convivenza democratica sono tornati a essere bersagli di chi vuole dividere, reprimere, escludere, cacciare”. Così comincia l’appello “Con i migranti contro la barbarie”, la mobilitazione in cento città del 27 ottobre promossa tra gli altri da decine di organizzazioni sociali e umanitarie, come Arci, Anpi, Libera, Emergency, Amnesty International. Ascoltiamo Filippo Miraglia, del comitato promotore dell’appello

Ma il razzismo conviene? Cosa perderebbe l’Italia senza la presenza dei 5 milioni di stranieri che secondo il dossier immigrazione è il numero invariato dal 2013 ad oggi? Stando ai dati, la diminuzione del numero di cittadini stranieri sarebbe un danno economico.

Ascoltiamo la scheda di Giuseppe Manzo
“Abbiamo calcolato che sin qui gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di Pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni”. Questo dichiarò Tito Boeri alla commissione di inchiesta parlamentare sui centri di accoglienza. Rilevante è pure la presenza imprenditoriale degli stranieri nel nostro Paese. Infatti crescono quasi cinque volte più della media di tutte le imprese in Italia e, da sole, rappresentano il 42% di tutto l’aumento delle imprese registrato nel 2017. Sono le imprese costituite da cittadini stranieri, una realtà ormai strutturale nell’ambito del nostro tessuto imprenditoriale e che alla fine dello scorso anno ha raggiunto le 590 mila presenze, pari al 9,6% di tutte le imprese registrate sul territorio nazionale”.

La sfida, però, è quella di costruire un Paese senza muri che promuova lo sviluppo della persona, dove tutti si sentano sicuri, senza l’obbligo di sentirsi discriminati. Dallo sport, vetrina popolare e sociale di grande impatto, arrivano esperienze di calcio inclusivo come Rfc Lions di Caserta che di recente ha festeggiato i 7 anni di attività. Ascoltiamo uno dei promotori Marco Proto

Anche importanti reti interassociative saranno in piazza sabato 27 ottobre, come Legacopp sociali, Aoi, ovvero le organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale e Forum del Terzo settore, che ha diffuso un comunicato dal titolo eloquente: L’Italia è più grande di qualsiasi muro: la vera sicurezza è quella di tutti.

Se veramente si vuole creare sicurezza – scrive il Forum – bisogna investire sulla sicurezza di tutti, che parte sempre dalla tutela di chi è più debole. Allora, quale Italia per un futuro migliore, più inclusivo, aperto e sicuro per tutti? Ascoltiamo di nuovo Filippo Miraglia

GrsWeek del 20-21 ottobre – A che gioco giochiamo?

 

La definizione di gioco parla di un’attività di intrattenimento volontaria e intrinsecamente motivata, svolta da adulti, bambini, o animali, a scopo ricreativo. Lo sport, invece, è l’insieme di attività che impegna le capacità psicofisiche dell’atleta, che svolge una disciplina con finalità amatoriali oppure di professione. I videogiochi e gli e-sport come si posizionano rispetto a queste definizioni? La socialità e la condivisione, la partecipazione fisica e corporea ad un’attività, possono essere elementi qualificanti che distinguono sport e gioco classicamente intesi dai nuovi mondi prodotti dallo sviluppo tecnologico?

Sempre più spesso il mondo dello sport si sta interrogando su questi temi, in particolare dopo che il Cio-Comitato Olimpico Internazionale ha prospettato l’idea di introdurre i videogiochi nel programma olimpico. In questi giorni si svolge a Roma il convegno “E-sport è sport?”, organizzato dal Centro Sportivo Italiano in collaborazione con Unisport Roma, il network composto dalle sette Università della Capitale. La sessione di venerdì 19 ottobre è stata dedicata all’approfondimento del fenomeno da punto di vista storico, sociologico ed economico, mentre la giornata di sabato sarà dedicata all’approfondimento delle ricadute psico-pedagogiche degli e-sport. Interverrà, tra gli altri, lo psicologo Fabio Lucidi, a cui abbiamo chiesto un’analisi de gioco on line dal punto di vista psicologico

Questo apparente paradosso si spiega con la qualità delle relazioni che si instaurano: infatti, si parla di rafforzamento dei rapporti sociali più deboli o superficiali, mentre quelli ad essere sacrificati sono i rapporti basati su empatia e condivisione. Un approfondimento sul tema è stato proposto anche dall’Uisp-Unione italiana sportpertutti in un convegno organizzato ad Orvieto in occasione del Festival nazionale del gioco e delle tradizioni. Tra gli intervenuti c’era anche Domenico Scaramozzino, gamer ventitreenne, convinto assertore della bontà dei videogiochi per il suo sviluppo. Sentiamo le sue parole

Allora come si posizione il gioco elettronico nel rapporto tra gioco motorio e gioco della mente? Risponde Fabio Lucidi

Quindi nessun pregiudizio sugli e-sport ma una consapevolezza condivisa che gli eccessi fanno sempre male. Ben venga ogni forma di attività che crea socialità e confronto, ma indispensabile evitare l’isolamento e gli eccessi di qualsiasi genere. L’OMS-Organizzazione mondiale della sanità, infatti, ha messo in guardia rispetto a questo fenomeno che coinvolge giovanissimi in tutto il mondo, ma sempre più chiama in causa anche gli adulti.