Bentrovati all’ascolto del GrsWeek, in studio Elena Fiorani.
Giorni di calcio mondiale quelli che stiamo vivendo: in Russia, dopo quindici giorni di incontri e sfide tra le migliori nazionali, Croazia e Francia si giocano la Finale della Coppa del mondo di calcio, a duemila settecento chilometri di distanza, in Italia a Castelfranco Emilia, provincia di Modena si sono svolti i Mondiali Antirazzisti, organizzati dall’Unione italiana sport pertutti e giunti alla 22° edizione. Il calcio c’è, la passione anche, i partecipanti provenienti da diversi angoli del mondo sono i protagonisti in entrambe le manifestazioni… dov’è la differenza?
Lo abbiamo chiesto a Nicola Sbetti, storico dello sport e professore a contratto dell’Università di Bologna.
Infatti, dal 2013 in Russia esiste anche una legge che punisce la cosiddetta “propaganda omosessuale”. Proprio per parlare di diritti LGBTI e promuovere una sensibilizzazione sul tema la Rete Fare-Football against racism in Europe ha organizzato diverse iniziative a Mosca e San Pietroburgo, durante i mesi che hanno preceduto i Mondiali e ancora in questo periodo di riflettori puntati sullo stato russo. Ce ne parla Raffaella Chiodo Karpinsky, membro del board della Rete Fare
Ci pare che la questione ruoti intorno ai diritti, negati o difesi, promossi o cancellati. Come il diritto all’inclusione e all’accoglienza, che in questi giorni sono minacciati più che mai, in Italia e in tutta Europa. Per questo il loro essere antirazzisti è la caratteristica che distingue e valorizza l’esperienza italiana di Castelfranco Emilia. Sentiamo ancora Nicola Sbetti
Bentrovati all’ascolto del Grs week, l’approfondimento settimanale del Giornale Radio Sociale.
In studio Fabio Piccolino
Ogni giorno in Italia volontari qualificati e motivati garantiscono l’apertura di musei, aree archeologiche, chiese, curano archivi e biblioteche; un esercito che si rimbocca le maniche consapevole che il patrimonio culturale sia un bene comune da salvaguardare e da divulgare.
Tutti i numeri dell’impegno solidale per la difesa dei tesori italiani nella scheda di Clara Capponi.
(sonoro)
Essenzialmente orientato all’innovazione, a carpire nuovi bisogni e alla capacità di reinterpretarli. E’ il volontariato legato al bello, capace di mobilitare un numero cospicuo di persone; secondo l’Istat il settore della Cultura, sport e ricreazione coinvolge oltre 3 milioni di volontari pari al 56,6 per cento del totale.
Di questi oltre 400mila sono impegnati in associazioni culturali e offrono supporto organizzativo per iniziative ricreative e attività specializzate. Il loro impegno è assiduo (3 ore per più di 5 volte al mese) e svolto spesso in più di un’associazione. Sono laureati in più del 34% dei casi, e hanno più fiducia nelle istituzioni locali rispetto agli altri volontari organizzati.
Il volontariato in questo ambito può diventare una risorsa da valorizzare. Ma qual è il suo ruolo in questo settore? Più che colmare i deficit organizzativi dell’offerta pubblica e privata potrebbe aggiungere efficacia ai servizi esistenti rendendo fruibili tesori nascosti con partecipazione e anche un po’ di militanza civile, come ci racconta Giuseppe Roma consigliere nazionale del Touring club italiano
(sonoro)
Non più solo pubblico e privato. Per tutelare e valorizzare il nostro patrimonio occorre una maggiore cooperazione con il non profit. Ma esiste una strada per migliorare il dialogo, non sempre facile fra Volontariato e cultura? Un’indagine avviata in Basilicata da CSVnet PromoPA e CSV locale per il progetto “Magna Charta del volontariato per i beni culturali” rivela lo stato della collaborazione tra i due soggetti e suggerisce le azioni per renderla più efficace Ce lo racconta il direttore di CSVnet Roberto Museo.
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