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Edizione del 06/03/2017
GRSWEEK 4-5 marzo 2017 – Una comunicazione più etica
Bentornati all’ascolto del GRSWEEK da Fabio Piccolino
Quello dell’etica nella comunicazione è un tema che riguarda, a vario titolo, diversi settori della società. Oggi tutto è comunicazione e per questo non si può prescindere da un’attenzione alle parole, così come alle immagini e ai temi che vengono trattati. E’ un argomento che riguarda i mezzi di informazione, ma che coinvolge anche i singoli cittadini, sempre più alle prese con una rappresentazione della realtà che passa anche per l’utilizzo massivo dei social network.
La violenza da verbale si tramuta in virtuale, e l’odio sul web diviene un meccanismo subdolo dal quale è sempre più difficile difendersi. Ma un’alternativa è possibile: per tentare di sensibilizzare sull’utilizzo delle parole, è stato lanciato nei giorni scorsi a Trieste il Manifesto della comunicazione non ostile; dieci punti che hanno l’obiettivo di rendere la Rete un luogo migliore e più sicuro. Come ci spiega Rosy Russo, creativa ed ideatrice del Manifesto.
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Comunicare in modo diverso significa anche interrogarsi sui contenuti : il mondo del non profit in particolare ha bisogno di proporre un proprio modello etico che rifiuti il pietismo e che allo stesso tempo respinga la spettacolarizzazione del dolore.
Il rispetto della dignità umana e la correttezza nei confronti delle persone e delle comunità coinvolte sono alla base dell’adesione di Aoi e di Link 2007 all’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità.
Ai nostri microfoni Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale
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Si tratta di un tema che riguarda la credibilità delle organizzazioni di terzo settore, che per prime sentono la necessità di mettere in campo azioni concrete. Ascoltiamo Nino Santomartino, responsabile per la comunicazione di Aoi.
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Grs week 25-26 febbraio / Sviluppo sostenibile: il terzo settore si confronta a FTQS2020
Bentornati all’ascolto del Grs week, in studio Giovanna Carnevale. Come perseguire lo sviluppo economico senza compromettere l’ambiente e i beni di cui avranno bisogno le generazioni future? Rispondere a questa domanda diventa urgente in una società improntata sul valore del profitto ma che con sempre più frequenza si ritrova davanti i limiti (e i danni) di un modello di produzione che mette in secondo piano l’essere umano e lo spazio in cui vive. Le istituzioni, nazionali e internazionali, stanno iniziando a riflettere su forme di sviluppo sostenibile, mentre la società civile prova a mobilitarsi affinché il tema venga preso in considerazione più seriamente. Ma come succede spesso, è nel piccolo che si sviluppano le idee e le pratiche più innovative. E proprio per questo motivo si è deciso di sperimentare a Salerno, nell’ambito di FQTS, percorso di formazione per il terzo settore del sud, la realizzazione di “manifesti dell’innovazione”, con idee progettuali per risolvere problemi specifici con dei piani di sviluppo sostenibile. Marco Serra, uno dei docenti di FQTS, ci spiega il meccanismo di quella che è stata chiamata Fiera della Conoscenza che si è svolta questa settimana.
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Ma durante la quarta settimana intensiva di formazione FQTS, dal 21 al 25 febbraio, diversi e interessanti spunti di riflessione sono venuti anche da ospiti provenienti da tutta Italia. Tra questi, l’economista Leonardo Becchetti al quale abbiamo chiesto, sempre in tema di sviluppo sostenibile, come questo sia conciliabile con gli interessi di aziende e imprese.
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Ma a che punto è l’Italia? Da fare c’è sicuramente ancora molto, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2020 delle Nazioni Unite. Ma alcuni piccoli passi avanti, su temi molto specifici, sono già stati fatti, e un esempio è la legge contro lo spreco alimentare, entrata in vigore lo scorso settembre. Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, parla di cosa è cambiato in questi mesi.