Cannabis, 10 canzoni italiane

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Nel nostro paese si discute nuovamente di legalizzazione delle droghe leggere.
Il nuovo progetto di legge, frutto del lavoro di un intergruppo parlamentare e firmato da 218 onorevoli, consentirebbe il possesso per uso ricreativo, la coltivazione, e la possibile apertura dei cosiddetti cannabis social club.
Negli ultimi anni la legislazione in merito al consumo di marijuana si è fatta via via più tollerante in diversi paesi del mondo: paesi come Olanda, Spagna, Stati Uniti, Uruguay, hanno sperimentato formule diverse, verso una maggiore tolleranza.
Storicamente però, l’utilizzo della cannabis ha dovuto fare i conti con la contrarietà delle leggi, e ciò ha fatto in modo che su questo argomento si scrivesse molto: la storia della musica è costellata di canzoni dedicate alla marijuana e in alcuni casi, come per il reggae e il ragamuffin, rappresenta un tema ricorrente.
Ma senza dover scomodare Bob Marley o Peter Tosh, anche la musica italiana ha ampiamente affrontato questo tema.
Elencare tutti i pezzi nostrani dedicati alla liberalizzazione delle droghe leggere sarebbe difficile e anche un po’ noioso. Così ho deciso di selezionare dieci pezzi significativi, anche per le diverse epoche storiche a cui appartengono, scavando tra i ricordi.

 

Stefano Rosso – Una storia disonesta
“Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello”: siamo nel 1976, e con grande ironia, Stefano Rosso mette alla berlina  le ipocrisie e la falsa morale sulle libertà individuali. “Una storia disonesta” è una delle prime canzoni italiane a parlare apertamente di droghe leggere.

 

Eugenio Finardi – Legalizzatela
Alla fine degli anni 70 Eugenio Finardi pubblica l’album dal titolo emblematico “Roccando rollando”: sul lato B c’è “Legalizzatela”, pezzo che esprime senza mezzi termini le posizioni antiproibizioniste dell’autore e la necessità di marcare una differenza tra sostanze leggere e droghe pesanti.

 

Neffa – La mia signorina
Siamo nel 2001 e “La mia signorina” diventa uno dei tormentoni dell’estate.
Tutta Italia canta con Neffa, ma non tutti sanno che la seducente signorina che “brucia sempre” e che “cerca sempre il sole” è proprio la marijuana.
Il successo del singolo trasforma Neffa in una popstar: un deciso cambio di rotta per l’artista, considerato negli anni 90 tra i più influenti esponenti del rap italiano, prima con i Sangue Misto e poi da solista.

 

 

 

Sangue Misto – La Porra
I Sangue Misto sono una delle prime formazioni propriamente rap italiane.
Neffa, Deda e Dj Gruff pubblicano nel 1994 il loro unico album “SXM”, considerato una pietra miliare dell’ hip hop di casa nostra.
Sono anni in cui all’interno di quel movimento di ribadisce con forza il no alle droghe pesanti e una certa accondiscendenza verso hashish e marijuana (“Fumo la mia porra non mi pungo con la spada”, cantano nel brano “Cani sciolti”).
In questo senso,  “La porra” è certamente il brano più significativo.

 

 

 

Rino Gaetano – A Khatmandu
“Si fumava, non ci davano la sola”, cantava Rino Gaetano nella prima strofa di questa canzone, contenuta nell’album d’esordio “Ingresso libero”.
I riferimenti non sono espliciti, ma come spesso accade con i testi di Rino Gaetano, le parole vengono piegate a significati differenti. Secondo alcuni, in questo brano si raccontano le esperienze con sostanze psicotrope nella Roma degli anni ’70.
Pochi mesi prima Gaetano aveva inciso, con lo pseudonimo di Kammamuri’s, il brano “I love you Maryanna”, che secondo alcune interpretazioni, farebbe riferimento alla marijuana.

 

 

Articolo 31 – Maria Maria
Come “La mia signorina”, si tratta di un pezzo che ha scalato le classifiche, conquistando le grandi masse.
In uno dei loro primi successi commerciali, gli Articolo 31 giocano ampiamente sul doppio senso: difficile non capire chi sia la ragazza vestita di verde e il profumo buono che non va d’accordo tanto con i cani, anche per l’inequivocabile  videoclip che ha accompagnato il successo del brano nel 1994/95.

 

 

 

Punkreas – Canapa
Forse uno dei pezzi più significativi degli ultimi anni in tema di liberalizzazione.
Il testo di questa canzone offre una guida rapida alla coltivazione fai da te e illustra i benefici della cannabis sativa, che, nella parole della band lombarda, “potrebbe soppiantare petrolio e derivati, la plastica ed i farmaci a cui siamo abituati”

 

 

Claudio Bisio – La droga fa male
Nel 1991 Claudio Bisio non è ancora l’affermato  personaggio televisivo e cinematografico che tutta Italia conosce, ma è già un brillante autore comico.
Insieme a Rocco Tanica degli Elio e le Storie Tese, confeziona l’album “Patè d’animo”, vera perla di creatività comico-musicale. Dentro c’è il brano “La droga fa male”, dove, con la consueta dose di demenzialità, si affronta il binomio droghe leggere/droghe pesanti prendendosi gioco della falsa informazione sul tema delle sostanze stupefacenti, tra “iniezioni di spinelli” e “drogati con le crisi di astensione”.

 

 

Sud sound system – Erba erba
Impossibile non citarla. Uno dei maggiore successi della band salentina, e per molti, un vero e proprio inno alla liberalizzazione, che punta il dito contro le leggi proibizioniste che arricchiscono le mafie.

 

 

99 posse – All’antimafia
“All’antimafia” è un pezzo dei 99 posse contenuto nell’album “La Vida que vendrà”, pubblicato nel 2000.
Ad essere presi di mira sono la legislazione in merito alle sostanze stupefacenti e i poliziotti troppo zelanti nella sua applicazione.

 

 

Bonus track:

Danno: Full Time
A proposito di storia del rap italiano, chiudiamo questa piccola rassegna con un brano di Danno dei Colle Der Fomento, band da sempre impegnata contro il proibizionismo.
La canzone “dedicata a chi la vuole liberalizzata, a chi cerca la sua spiaggia immacolata”, affronta il tema con una buona dose di ironia.