Archivi categoria: Diritti

Saldo negativo


Lo scorso anno in Italia si sono registrati molti più decessi che nascite. Secondo il Bilancio demografico dell’Istituto di Statistica sono 100mila unità in meno, record dalla prima guerra mondiale. La popolazione a crescita zero è solo grazie ai flussi migratori.

“A Roma l’amore conta”


Così ha dichiarato il primo cittadino di Roma Ignazio Marino  nel partecipare al gay pride di sabato mentre ha sfilato in testa al corteo di oltre 250mila persone sotto uno striscione del Comune. “Per ribadire con fermezza – ha aggiunto – il nostro impegno per i diritti di tutti”.

Rubinetti chiusi


Il 12 e 13 giugno 2011, 26 milioni di italiani votarono espressamente a favore dell’acqua pubblica. Quattro anni dopo, denunciano le associazioni, quel risultato referendario è stato completamente disatteso dalla politica che ha cominciato a privatizzare il servizio idrico nazionale.

Mai più


Secondo l’Istat sono quasi 7 milioni le donne vittime nel corso della loro vita di una qualche forma di violenza. Il servizio di Anna Ventrella. “Violenza contro le donne: fenomeno grave, poco denunciato, ma in lieve diminuzione. E’ quanto emerge dal rapporto Istat sulla violenza contro le donne. Il fenomeno della violenza e dei maltrattamenti contro le donne ha assunto, nel nostro Paese, grande rilevanza: sono stimate in quasi 7 milioni le donne italiane tra i 16 e i 70 anni che hanno subito nel corso della vita, dentro o fuori della famiglia, una forma di violenza, fisica o sessuale; 1 milione 400 mila donne hanno subito forme di violenza sessuale prima dei 16 anni; oltre 7 milioni di donne hanno subito o subiscono violenza psicologica. Spesso, inoltre, coloro che subiscono forme di violenza psicologica sono anche vittime di violenze fisiche o sessuali. Ma si intravedono anche piccoli segnali positivi, di diminuzione del fenomeno,  soprattutto per una maggiore autonomia e consapevolezza delle donne, in particolare delle più giovani.”

DyMove, combattere la discriminazione nel mondo del lavoro


dinamo2 La lotta alle discriminazioni sui luoghi di lavoro ha ancora molta strada da fare nel nostro paese. Proprio con l’intento di invertire questa rotta nasce il progetto DyMove-Diversity on the Move, promosso dall’Unar in partnership con diverse realtà della società civile, che punta a sensibilizzare il settore pubblico e privato, attraverso campagne di informazione e corsi di formazione dedicati.

Secondo la ricerca “Il diversity management per una crescita inclusiva“, realizzata nell’ambito del progetto, a utilizzare strategie inclusive, infatti, sono soprattutto aziende di grandi dimensioni, mentre pressochè nullo è l’impegno nelle pubbliche amministrazioni e nel settore dei trasporti, prive di una strategia di lungo periodo.

“Quello della discriminazione è un tema importante da portare all’attenzione in un momento come questo in cui sentiamo alzarsi un rumore assordate proveniente dai discorsi sulle ruspe e sui migranti – sottolinea Marco De Giorgi, direttore dell’Unar -. Purtroppo oggi si fa molta speculazione su questi argomenti, proprio per questo oggi presentiamo un progetto che va nella direzione indicata dalla strategia 2020 dell’Unione europea, che prevede una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. In questo caso l’obiettivo e’ sviluppare occupazione senza perdere vista i temi della giustizia sociale”.

Secondo i promotori del progetto investire nella diversità non solo è doveroso, ma è anche conveniente. “Un’azienda che investe in multiculturalità ha un profitto stimato del 35% in più, se investe nella diversità  di genere l’introito cresce del 18%. Lo dicono diversi studi internazionali ma in Italia sono pochissime le aziende che lo fanno – spiega Marco Buemi, responsabile del progetto -. All’estero hanno invece compreso la necessità di sviluppare strategie di diversity management per accaparrarsi l’utenza. Lo hanno fatto nella metro di Londra, per esempio, potenziando il servizio per i disabili”.

Con Atac e Ferrovie dello Stato, tra Giugno e Settembre, partiranno alcuni corsi di formazione sulle diversità, pensati proprio per le persone che sono più a contatto con la clientela. “Coinvolgeremo il personale di front line, cioè coloro che danno informazioni – aggiunge Buemi – e che in alcuni casi sono quelli che discriminano di più, anche senza volerlo”.

Mai più


Il tribunale civile di Roma ha condannato il Campidoglio accogliendo il ricorso di associazione 21 luglio e Asgi. Per la prima volta in Europa è stato riconosciuto il carattere discriminatorio di un campo nomade. Prossimo atto, l’immediato superamento di queste strutture per dare effetto alla sentenza.

Tutti per uno


Una campagna di raccolta fondi per realizzare un centro per persone con disabilità sull’isola di Lampedusa. L’idea del “Salvadanaio sociale” ha trovato un valido partner nell’amministrazione comunale di Ravenna. Il progetto vuole coinvolgere il più possibile la città e il territorio, sia nelle persone singole che nelle realtà sociali organizzate.

Senza patria


Fa discutere la decisione del governatore della Lombardia Maroni di togliere i fondi a Comuni che ospitano profughi. Idea condivisa da altri presidenti delle Regioni del Nord. Associazioni contrarie: “Non si specula su chi soffre”.

Avanzi una cena


Un pasto a base di sprechi alimentari offerta ai passanti contro il cibo che inutilmente viene buttato nella spazzatura. È l’idea idea di  un gruppo di studenti dell’Università di Padova che oggi partecipa al contest “On the move”, dedicato quest’anno allo spreco alimentare, dell’acqua e dell’ambiente.

Oltre le sbarre


Oltre le sbarre. Domani e sabato a Roma la Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia riunirà i vertici dell’amministrazione penitenziaria per fare il punto della situazione. Il servizio di Clara Capponi.
Venerdì e sabato a Roma la Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia riunirà i vertici dell’amministrazione penitenziaria, politici, operatori e volontari per fare il punto della situazione su carcere e giustizia, a partire da cosa è stato fatto e cosa ancora si  deve fare dopo la sentenza con cui la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per reato di tortura e trattamenti disumani e degradanti. Occhi puntati anche sulle misure alternative alla pena improntate al superamento del carcere come unica via di recupero sociale del detenuto.
il commento della presidente Elisabetta Laganà