Con la coscienza in fondo al mare

di Ivano Maiorella

E’ stato già detto e visto tutto. C’è odore di morte intorno ai “giardini ” delle nostre case e il Mediterraneo è una bara. Bisognava arrivare a questo? Diplomazia e politica balbettano. Vergogna umana che chiama in causa i colpevoli, uno ad uno in prima fila con la coscienza segnata dal sangue: criminalità organizzata e scafisti, mercanti di morte e di armi, politici e governi corrotti. E appunto: diplomazia e politica balbettanti. La loro falsa coscienza non regge più: conservare è il male peggiore, non si può più. Quelle centinaia di morti andavano evitati, con tutte le forze dell’ingegno e della misericordia umani. Quello che è successo ieri nel Canale di Sicilia era stato più volte annunciato, dalle Ong e dalle associazioni che si occupano di cooperazione e diritti internazionali, di pace, di mediazione culturale, di soccorso. I missionari, i medici, i volontari di tutto il mondo e tutte le persone di buona volontà che operano laggiù, avevano avvertito l’Europa e il mondo.
L’Europa e i paesi ricchi si muovano nella direzione che la voce di questi avamposti di civiltà umana indicano da tempo, senza se e senza ma: 1. costruire e proteggere corridoi umanitari nel Meditteraneo; 2. destinare risorse adeguate per l’attività di cooperazione allo sviluppo da parte dell’Europa e dei singoli Paesi (il nostro, ad esempio, destina a questo capito un sesto di quanto promette); 3. sostenere i sindaci e i Comuni italiani nel creare posti di accoglienza e di ricovero per i migranti richiedenti asilo o semplicemente in transito nel nostro Paese verso altri luoghi; 4. rivedere le normative vigenti, in tema di asilo e ricongiungimento; 5.educare all’accoglienza, alla legalità e alla giustizia sociale: ripartire dalle scuole.
Papa Francesco continua a scuotere con energia inedita le torri d’avorio di ognuno di noi, qualcosa succederà. E forse era questa la terza guerra mondiale della quale parlava, combattuta da una parte sola. E’ ciò addolora ancor di più: da una parte il bisogno naturale di essere umani che chiedono di avere una chance dalla vita, una speranza. E affrontano il burrone con candida incoscienza. Dall’altra chi nega questa possibilità, si scansa e si nasconde, perchè “non tocca a me”. A chi, se no?
Chiedere di non rimanere da soli a fronteggiare questa emergenza è legittimo da parte del nostro e di altri Paesi nei confronti dell’Europa e delle grandi organizzazioni mondiali. La prima richiesta a non rimanere da soli ci viene però dalla nostra coscienza perchè a spingere ci sono quei morti sepolti dal mare.