Il prezzo della civiltà

di Ivano Maiorella

Redistribuzione e sussidiarietà, non basta dirlo. Da dove partire? Il professor Jeffrey Sachs, in diretta con Milano per Fqts, ci ha provato: se aumentano le disuguaglianze non siamo sulla strada giusta. E’ quanto sta avvenendo. Quello che succede nei Paesi ricchi, e in Italia, è tutto il contrario di ciò che servirebbe in un periodo di crisi prolungata come questo. Serve economia inclusiva, responsabilità sociale, sostenibilità ambientale. Concetti spesso sbandierati a sproposito dai nostri governanti ma poco praticati nelle scelte vere.

Jeffrey Sachs insegna alla Columbia University di New York, di cui dirige anche l’Earth Institute, il centro di ricerca multidisciplinare impegnato nello studio di soluzioni per uno sviluppo sostenibile. Il suo suo ultimo libro Il prezzo della civiltà, è un best seller mondiale. Sostiene che la tecnologia e la scienza non sono più adeguate a garantire il benessere generale. Occorre una nuova etica della responsabilità sociale, ovvero: far pagare di più ai “supericchi” e distribuire più equamente, più investimenti pubblici a beneficio di tutti.

 

Il professor Sachs è intervenuto in diretta da New York per aprire il seminario interregionale del percorso formativo Fqts-Formazione Quadri Terzo settore che si è tenuto a Milano dal 26 al 28 settembre, in concomitanza con l’ottavo compleanno della Fondazione con il Sud. Ne riportiamo alcuni passaggi significativi: “Molti dei nostri Paesi – ha detto Sachs – si stanno trovando davanti a problemi come disuguaglianze profonde, disuguaglianze in aumento, disoccupazione, soprattutto disoccupazione cronica e giovanile, senza dimenticare le ripetute catastrofi ambientali che veramente devono farci, non dico aprire, ma spalancare gli occhi”.

“Non c’è un unico modo per andare avanti per risolvere tutti questi problemi, però, quello che serve, è fare qualcosa, ovvero andare a costruire una nuova filosofia morale proprio per i nostri figli, per il ventunesimo secolo, un nuovo linguaggio, un nuovo sistema comunicativo ed anche un quadro pratico di azione per fare tutto questo”.

 

“Serve una visione inclusiva dell’economia, quindi il terzo settore ha un ruolo veramente fondamentale da svolgere, perché contribuisce a far cambiare un po’ il punto di vista mondiale, cercando di spostarlo dall’approccio di mercato neo-liberale, che è quello dominante anche nella politica e nella retorica attuale”

Non ci si può più nascondere dietro le responsabilità, ha proseguito Sachs: “Fra un anno, a settembre 2015, tutti i leader mondiali, dovrebbero annunciare l’adozione degli obiettivi sostenibili, che si chiamano ASDG, almeno in inglese. Ebbene, questi passi in avanti per lo sviluppo sostenibile, diventeranno una sorta di monitoraggio molto conciso e breve per poter esprimere la volontà di potere generare un quadro sociale integrato. Che possa, quindi, comprendere lo sviluppo economico e porsi l’obiettivo della fine della povertà, dell’inclusione sociale, della sostenibilità ambientale e della buona governante”.

 

“Un altro summit importante sarà quello che si terrà in Etiopia nel mese di luglio del prossimo anno, sul finanziamento per lo sviluppo. Questo meeting cercherà di riformare il sistema finanziario internazionale, o, almeno, le linee-guida fondamentali su cui questo si regge”.

“Poi avremo a fine anno il COOP 21 che è il meeting sul cambiamento climatico, è la Conferenza della 21° sessione dei Paesi globali, in questo caso, quindi, avrà luogo nel mese di dicembre 2015. Senza ombra di dubbio, questa sarà la più importante delle riunioni e convention internazionali e mondiali mai tenuta, perché, come tutti sappiamo molto bene, adesso noi siamo a 22 anni dalla firma di questa Convenzione sul cambiamento climatico, ma non abbiamo, ahimè, ancora ottenuto nessun risultato. Il clima, infatti, comincia a peggiorare, a diventare sempre più estremo, a causa della continuazione dell’emissione dei gas effetto serra in atmosfera, e sembra di non trovare ancora una via di uscita”.

“Se non arriveremo all’accordo, a Parigi, appunto, a fine anno, credo non che non ci sarà per noi essere umani l’opportunità di rispettare questo famoso limite del surriscaldamento di 2 gradi celsius. Quindi capite che, se anche questi sforzi diplomatici globali ce la stanno mettendo tutta, ed incontrano difficoltà, purtroppo, per questo momento siamo ancora a parole su pezzi di carta che non stanno portando a quasi nulla. Questa è veramente la pietra miliare, il punto fondamentale, il pilastro di base delle società del futuro. Per sviluppo sostenibile, cosa intendo? Intendo l’urgenza di integrare tutti quelli che sono gli sviluppi ambientali, sociali economici, ma anche gli obiettivi di governance. Il tutto deve finire all’interno di un quadro, cioè di un approccio olistico che possa proteggere la società”.

 

Infine, la violenza e la guerra: “Ne ho parlato recentemente con il Presidente Rohani, in Iran – ha concluso Sachs –  e lui appunto, si è già espresso all’Assemblea generale con una presentazione nella quale dice con nettezza Mettiamo fine alla violenza, ma aggiunge che occorre adottare un approccio economico-ambientale per risolvere il problema del Medio Oriente. La spirale di violenza porta via energia, porta via attenzione, porta via sforzo politico”. (ha collaborato Anna Ventrella, redazione Grs)