Onde di libertà, da Bertoncelli a Tano Seduto

di Ivano Maiorella

Cento anni di storia, novanta di Rai: tutti in piedi per questo compleanno della radio. Perché? Lo ripetiamo da quando è nato il Giornale Radio Sociale, appena tre anni fa: perché la radio ci assomiglia. Perché non sta mai zitta, perché ha sempre molto da dire, perché non è invadente, perché fa riflettere e aiuta tutti a sensirsi meno soli, meno ai margini.

La radio è storia sociale, è memoria e futuro. Si è saputa trasformare e adattare ai tempi, noi ne siamo la dimostrazione. Intorno ad un canale di comunicazione tosto e ricoo di identità, quello radiofonico, abbiamo man mano realizzato un albero che sta prendeno la forma-non forma del web. Il sito internet del Gornale Radio sociale, che abbiamo recentemente rinnovato, con le foto e i blog. E l’attività nei social, Fb e Twitter. E le dirette streaming, spesso con l’ausilio del video.

La radio ci spinge a sperimentare, ci riporta indietro nelle stagioni e ci costringe a legare tutto. Le stagioni delle libertà, da Radio Londra alle radio “libere” di ogni epoca. Passando per trasmissioni cult come “Per voi giovani”, che forse qualcuno ricorderà perché per la prima volta si ascoltava De Gregori in Rai, con la voce di Riccardo Bertoncelli e noi lì intorno alla radio a transistor come fosse un falò. Erano i primi ani ’70 e la radio era avanti. Fm significava libertà, con quelle onde che attraversavano l’Italia da Radio Alice di Bologna a Radio Città Futura di Roma. Sino ad arrivare a Radio Aut di Terrasini, in provincia di Palermo, con la voce di Peppino Impastato e il suo “Onda Pazza”.

La radio non tradisce, è come la penna. Convive con l’hi-phone nella tasca piccola dello zainetto ed è sempre pronta. Bassi costi di produzione e possibilità di far arrivare ovunque una voce, ne fanno uno strumento d’eccellenza della comunicazione sociale. E può aiutare l’informazione:  ne parleremo negli spazi di Porta Futuro, il 16 ottobre nel Salone pdell’Editoria sociale.  “E La radio ci salverà? La buona informazione nell’epoca delle bufale e del giornalismo choc”.

Storia, dicevamo. La radio nasce ufficialmente nel 1895, con il famoso esperimento di Guglielmo Marconi che consentì di collegare due punti non visibili dal terreno e scoprire l’efficacia delle onde elettromagnetiche. Ma fu nel 1914 che Marconi, perfezionati gli apparecchi radiotelefonici con valvole termoioniche a triodo, sperimento’ con successo un regolare servizio radiotelefonico.

Di servizi radiofonici si comincio’ a parlare in Italia fin dal 1910, nell’ultimo scorcio dell’eta’ giolittiana. Il 6 ottobre 1924 l’esordio ufficiale, in sordina, da una sala di Palazzo Corrodi a Roma, con il via un regolare servizio di radiotrasmissioni circolari limitato peraltro a qualche ora di programma serale. Cominciavano le trasmissioni dell’Uri-Unione radiofonica italiana, poi EIAR ed infine RAI.