Perchè di nuovo in marcia, per la Pace

di Ivano Maiorella

Per la pace, domenica 7 ottobre di nuovo in Marcia. Migliaia di persone, associazioni, sindacati, scolaresche, attivisti e volontari cammineranno insieme da Perugia ad Assisi. Lo stesso percorso della prima edizione della Marcia che si svolse domenica 24 settembre 1961, su iniziativa di Aldo Capitini : un corteo nonviolento che testimoniava a favore della pace e della solidarietà dei popoli. Valori trasversali e condivisi, oggi come allora, ma di fatto disattesi dai signori del mondo. E delle armi. Ascoltiamo la voce di Aldo Capitini nello speciale Grs Week, scrittore ed educatore pacifista, in una rara registrazione del 1963: Ma che cos’è la non violenza?

“E’ un’apertura affettuosa all’esistenza, alla libertà, allo sviluppo di ogni essere”

Oggi, a distanza di quasi cinquant’anni, la Marcia per la pace è ancora capace di scuotere le coscienze e condensare l’attenzione di molti giovani. Forse perché il mondo è in guerra, come avverte papa Francesco? Su che cosa chiedono di investire i pacifisti di oggi? Ascoltiamo Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola per la pace:

“Investire sui giovani, dandogli spazio, fornendo loro adeguate responsabilità. Investire sull’economia della fratellanza. Didendere la società aperta, per renderla più accogliente. Costruire una politica nuova, basata sul rispetto di tutti i membri”

La marcia per la Pace di domenica 7 ottobre sarà anche l’occasione per rilanciare i valori di solidarietà e impegno civile che animano le oltre cento organizzazioni sociali che fanno parte del Forum del Terzo settore. Ascoltiamo Claudia Fiaschi, portavoce del Forum:

“Il tema della pace è un tema eterno e legittimo. Abbiamo l’esigenza di ripartire su questi valori. E’ bene puntare sui giovani, come fa questa edizione della Marcia. Il tema della pace riguarda anche la pace e la cooperazione tra generazioni, affinchè ci sia spazio per tutti”.

In una fase nella quale certezze e valori sembrano vacillare, ognuno è chiamato a fare la sua parte. E’ con questo spirito che anche i giornalisti italiani, con l’associazione articolo 21 e l’appoggio dell’Ordine dei giornalisti, sono in campo e sabato 6 ottobre terranno ad Assisi il convegno “Le parole non sono pietre”, contro il linciaggio dell’altro, tipico di chi vuole cancellare differenze e diversità. Ascoltiamo Beppe Giulietti, presidente  FNSI-Federazione nazionale della stampa:

“Credenti e non credenti, giornalisti e cittadini si ritrovano su un tema che riguarda tutti: le parole non sono pietre. Oggi assistiamo alla violenza e al fascismo mediatico di chi non è d’accordo. La Carta di Assisi significa proprio questo: valori, rispetto e diritti da tenere sempre presenti, dentro e fuori le redazioni”

Cos’è che tiene insieme società civile e gonfaloni dei Comuni italiani, ambientalisti e studenti, intere famiglie e associazioni che marceranno tutti insieme, ognuno con la propria bandiera e tutti sotto quella arcobaleno della pace? Risponde Sergio Bassoli, portavoce della Rete della pace

“Questo è un appuntamento per far emergere l’Italia che non ci sta ad avere nuovi muri. Associazioni, sindacati, democratici di ogni tipo marceranno in prima persona e rappresenteranno l’Italia che chiede che le popolazioni che vivono in pace non siano obbligate a fuggire e abbandonare le proprie case”.