Perchè festeggiamo il loro ritorno a casa

di Ivano Maiorella

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo hanno diritto ad un po’ di normalità intorno a loro. Hanno vissuto un’esperienza dura, giovanissime donne con i loro ideali,  improvvisamente calate in un pozzo nero di ferocia e violenza, in bilico tra la vita e la morte.

La loro vita, oggi, vale più di qualsiasi altro discorso. Al netto delle congetture, delle offese e delle violenze verbali che stanno subendo. Il loro ritorno a casa, sane e salve, non deve passare in secondo piano rispetto a nessun’altra considerazione. Se così non fosse, significherebbe resa della dignità umana di fronte al cinismo e al pregiudizio. Pregiudizio perché donne e perché giovani.
Questa storia, non ci sono dubbi, ha ancora molti aspetti da svelare e molti interrogativi a cui occorre dare risposte. Lo possiamo e dobbiamo fare perché Greta e Vanessa oggi sono a casa.

Le due volontarie italiane, libere dopo sei mesi di prigionia in Siria,  tornano in Italia non accompagnate da sollievo e soddisfazione unanime, come era prevedibile aspettarsi, ma da una spirale di polemiche, insinuazioni ed insulti volgari. Cos’è successo davvero e cosa sono andate a fare in Siria? Chi ha autorizzato il loro viaggio? Come lo stato deve garantire per la sicurezza dei cooperanti e degli italiani all’estero?  Siano essi tecnici al lavoro nelle imprese multinazionali o religiosi o religiose impegnate nelle missioni. Allo stesso tempo c’è da innalzare responsabilmente il livello di attenzione individuale, per motivi umanitari, ideali o anche semplicemente turistici. La guerra sa essere anche un business in un pianeta che sta bruciando di violenza. E diventare bersagli o ostaggi nelle mani dei pirati locali è questione di niente.

La cooperazione italiana vigila con responsabilità e senso del limite sulla possibilità di intervenire in alcune zone del pianeta. Va ascoltata e sostenuta con risorse adeguate, nella preparazione e nella formazione degli operatori. Non è un caso se i governi, così come quello italiano, ripongono proprio nella cooperazione i buoni propositi per stemperare i conflitti ed essere vicino a chi soffre, per portare sollievo e umanità. Il governo metta le risorse necessarie e la cooperazione italiana saprà mettere in campo la sua credibilità. E’ compito della politica adottare le necessarie strategie diplomatiche per intervenire nelle aree più calde. Tutelando la vita e la dignità di tutti, evitando le illazioni e le speculazioni.

Festeggiando se due ragazze di vent’anni tornano a casa sane e salve, dopo una brutta storia.

 

(ha collaborato Fabio Piccolino, redazione Grs)