Calenzano, strage di lavoro e rischio ambiente: ci sono 108 depositi simili in Italia


 

[Questa è la voce dell’attore Elio Germano che fa appello a mobilitarsi contro il ddl sicurezza: sabato 14 dicembre a Roma si terrà una grande manifestazione nazionale. Questa è Ad Alta Velocità oggi 11 dicembre 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di sicurezza sul lavoro e di ambiente. A Calenzano oggi è lutto nazionale dopo la strage al deposito Eni: un’esplosione ha causato morti e feriti tra i lavoratori in un 2024 nero per la sicurezza sul lavoro. Le Acli evidenziano “l’urgenza di garantire il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro e la necessità di applicarle con rigore”. Anmil sottolinea come tre giorni fa si ricordava la strage della ThyssenKrupp di Torino, sette mesi fa i cinque morti a Casteldaccia (Palermo) impegnati nei lavori fognari dipendenti della Quadrifoglio Group srl e dieci mesi fa i cinque operai di Esselunga. Ascoltiamo Alessandro Grassini, presidente Anmil Toscana

A Calenzano, però, siamo di fronte a una doppia strage. La seconda riguarda l’ambiente con l’allarme della Protezione civile nelle ore successive all’incidente con l’invito a tenere le finestre chiuse. Il settore della “Produzione e deposito di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio” è un distretto molto ridotto dal punto di vista numerico: sono appena 108 le strutture produttive, ma presentano una dimensione aziendale molto elevata. Tale settore è potenzialmente molto pericoloso. Proprio 39 anni a Napoli, nell’ex area industriale, un analogo incidente all’Agip provocò 5 morti, 165 i feriti e 2594 sfollati. Ascoltiamo il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale