Il podcast integrale
Mi perdonerete se sviluppo questo episodio scavando indietro sino all’Unità d’Italia, ma penso sia il modo migliore per comprendere quanto sia incrostato nel nostro Paese il discorso sul rapporto tra centro e periferia. Una relazione sicuramente difficile, spesso altalenante, che lo storico Raffaele Romanelli ha sintetizzato nella fortunata espressione “il comando impossibile”. Stiamo parlando della missione dello Stato centrale, ai tempi dell’unificazione, di esercitare un’autorità su realtà politiche, amministrative ed economiche profondamente diverse tra loro, unite insieme in un processo di “piemontesizzazione” dell’Italia. Fu il tentativo di creare uno Stato unitario a partire da un modello specifico, quello del Regno di Sardegna, che si scontrò con la difficoltà a integrare le peculiarità dei territori, finendo con lo scavare un solco nella coesione del Paese che ci portiamo dietro ancora oggi. In fondo, la legge sull’autonomia differenziata approvata lo scorso giugno, è solo l’ultimo pezzo di un puzzle tricolore che ha sempre sofferto il divario territoriale.
Ma che cosa si intende per autonomia differenziata? Come si colloca nel contesto del rapporto tra Stato e regioni in Italia? Ne abbiamo discusso con il Prof. Federico Savastano, dell’Università Sapienza di Roma.
Il quadro appena delineato è un ottimo punto di partenza per individuare i punti critici della legge Calderoli. Dove si incardina il dibattito su questo progetto di autonomia? Questa l’analisi del Prof. Savastano.
La maggiore efficacia amministrativa cercata da alcune regioni rischia dunque di scontrarsi con dei presupposti di equità tra i cittadini dello Stato. Per questo sono diverse le realtà politiche e sociali che da mesi si sono mobilitate contro questo disegno. Cosa ne pensano, ad esempio, le studentesse e gli studenti? Quali sono i loro timori? Ecco il commento di Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi.
Il percorso verso l’autonomia differenziata ha subito una brusca frenata quasi un mese fa, il 14 novembre, con la sentenza numero 192 del 2024 emessa dalla Corte costituzionale. Accogliendo parzialmente il ricorso presentato da quattro regioni (Puglia, Toscana, Sardegna e Campania), la Consulta ha posto condizioni stringenti per l’attuazione della legge. Quali sono i punti salienti evidenziati nella sentenza? Questa la riflessione del Prof. Savastano.
L’autonomia differenziata resta dunque una possibilità concreta, nonostante la sentenza costringa il legislatore a rivedere alcuni meccanismi. Come è stato accolto il parere della Consulta dagli studenti? Ecco il commento di Paolo Notarnicola.
🎙 Sfaticati – La risposta dei giovani, a cura di Pierluigi Lantieri