Il governo e la crisi nelle mani di Mario Draghi


 

La svolta della crisi di governo, prevista da tanti osservatori, conduce alla fine dell’esperienza di Conte e a un nuovo esecutivo.

Con un’espressione scura in volta il presidente Mattarella non ha dubbi rivolgendosi alla stampa escludendo l’ipotesi del voto: “avverto il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche in parlamento per la fiducia a un governo di alto profilo che non deve identificarsi in alcuna formula politica”.

Alle 12 arriverà Mario Draghi al Colle e sarà quella la figura di “alto profilo” che da mesi si aggira come uno spettro sui palazzi romani. L’ex manager di Goldman Sachs, governatore della Banca d’Italia e presidente della Bce dovrà comporre un governo sostenuto dagli scranni di destra e di sinistra del Parlamento in piena emergenza pandemica.

Blocco dei licenziamenti, la grave crisi economica e sociale, la domanda di sanità pubblica e di welfare, trasporti e istruzione come diritti garantiti, la chiusura di filiera produttive, il divario Nord-Sud. E infine la definizione del Recovery Plan entro aprile e la gestione di centinaia di miliardi di euro. In fondo l’unica domanda da fare è: Mario Draghi, lei da che parte sta?

Giuseppe Manzo giornale radio sociale