Il Paese “negativo” è sempre più triste e si affida al futuro


 

Maggiore stress da lavoro, più conflitti in famiglia, meno benessere e peggiore qualità della vita. Un Paese più triste e depresso, il Covid-19 sta incidendo sulla vita delle persone, anche quelle mai colpite dal virus.

Ma il quadro che emerge dall’indagine “L’Italia al tempo del Covid-19” quantifica quel che sta accadendo e non si basa solo sull’impressione e sul ricordo di come era la nostra vita prima della pandemia. Il campione di 950 persone oggetto dell’indagine era già stato intervistato sugli stessi aspetti della loro vita l’anno scorso. I risultati hanno quindi un’impronta più oggettiva.

E così coloro che dicono di sentirsi calmi e sereni sono scesi dal 75,6 per cento prima della pandemia al 65,3 per cento di oggi. Se prima il 68,3 per cento degli intervistati si diceva pieno di energia in tutte o quasi tutte le circostanze della vita, ora è solo il 58,2 per cento ad affermarlo. E momenti di tristezza e scoraggiamento colpiscono ormai quasi la metà della popolazione.

Nonostante tutto emerge una fiducia nel futuro, che si può imparare qualcosa di buono da tutto questo. Tanto, peggio di così.

 

Giuseppe Manzo giornale radio sociale