La fuga dall’inferno ucraino: l’esodo che attende l’Italia


 

Il racconto di un membro dello staff di Medici senza frontiere a Mariupol:  “la situazione è particolarmente grave per gli anziani e per le persone con disabilità. Non riescono a trovare nemmeno il cibo e non possono accendere il fuoco per cucinare. Qui a Mariupol continua il disastro umanitario. La situazione è molto grave anche per le persone che hanno dei bambini, perché questi hanno molte necessità, hanno bisogno di diverse cose, tra cui prodotti per l’igiene, che non trovano da nessuna parte”.

Questa è in sintesi la testimonianza di Medici senza frontiera dalla città assediata dalle bombe. Ieri sull’atteso numero di Limes dedicato a questo conflitto nell’editoriale Il Silenzio di Puskin scrive: “Dal 24 febbraio il mondo ha preso a correre a velocità folle. Verso dove non si sa o si preferisce non sapere. Cartografare questa corsa su scala planetaria per offrirne una visione d’insieme è temerario. Viviamo in una guerra a più dimensioni di cui è impossibile determinare gli esiti, salvo che muteranno i paradigmi fondamentali del potere. Illusorio pre-tendere di rifissarli ora. Quando cade il tabù atomico la mente si chiude. Il solo discettare di bombardamenti nucleari quasi fossero chiacchiere da bar è danno irreparabile. Banalizzare l’impensabile, volgere in convenzionale l’arma definitiva esclude il ragionamento. Abbrutimento collettivo che pagheremo comunque finisca il confitto in Ucraina”.

Intanto si intensifica il dibattito sul sistema di accoglienza delle decine di migliaia di profughi in arrivo nel nostro Paese. Ne parleremo più tardi nel notiziario quotidiano e a partire da stasera nell’approfondimento settimanale del Grs Week. Intanto ieri il Forum Disuguaglianze Diversità ha svolto un webinar su “Politiche e buone pratiche a favore dell’inclusione dei nuovi abitanti nei territori montani, rurali ed interni italiani”. Ascoltiamo Andrea Membretti del progetto e poi anche Fabrizio Barca del Forum.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale