Le maxi risse degli adolescenti ai confini del Covid


 

Nel varesotto erano un centinaio con mazze, catene e coltelli. A Parma una cinquantina.

Hanno tra i 14 e i 18 anni, si danno appuntamento attraverso wattsapp in una piazza del centro cittadino e lì comincia la rissa fatta di pugni, calci, assalti tra gruppi di adolescenti: telefonino alla mano per girare il video da diffondere sui social.

È la nuova moda al tempo della pandemia nata a Roma un mese fa quando al Pincio decine di ragazzini se le diedero di santa ragione. E ora vedremo se arriveranno altri episodi in altre città italiane. Qual è la causa di questa violenza organizzata come fosse un gioco?

A volte si parla tanto della questione giovanile a Napoli. In quel caso è facile inserirla in un contesto sociale ben preciso che ne spiega le cause. Ma a Gallarate e Parma? Sono città ricche con redditi alti, senza sacche di devianza sociale. Per alcuni esperti è la pandemia che ha rinchiuso questi adolescenti in un doppio isolamento tra le mura di casa e i tablet dove la rappresentazione dei social resta l’unica forma, alterata, di relazione sociale.

C’è una questione minorile in tutto il Paese dopo 1 anno di Covid. Ed è una delle conseguenze sotto i nostri occhi.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale