Ora lasciate in pace Maria Paola e Ciro


Maria Paola Gaglione aveva diritto alla sua vita, al suo amore e alla sua felicità. Il suo compagno trans Ciro aveva lo stesso diritto e ha quello di essere identificato dai media con questo nome.

Questi sono i punti fermi di una vicenda che sta vivendo di troppe polemiche e troppe strumentalizzazioni.

La prima riguarda quella del “degrado al Parco Verde di Caivano” che tra povertà e brutalità è un luogo dove si sono consumati orrendi crimini ma non può giustificare o raccontare un’azione come quella del fratello di Maria Paola. Poi ci sono le chiacchiere di una modalità di comunicazione sbagliata come quella di Arcilesbica che sulla pagina facebook pecca di didattica e supponenza scatenando le ire di tante donne e persone lgbt. E infine la polemica tra Aricgay Napoli e don Maurizio Patriciello di cui nessuno sentiva il bisogno perché una legge contro l’omofobia è sacrosanta ma non cambia la putrefazione morale in cui è caduto lo Stivale.

Maria Paola è stata uccisa da chi odia l’amore, da un Paese sempre più ripiegato in un ego individualista e violento che colpisce diversi strati sociali, culturali e ogni orientamento sessuale. I tempi della pandemia sono tempi di miseria dell’etica per l’Italia dove sulla pelle degli altri si costruiscono le macerie delle proprie vite.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale