Non toglieteci l’aria nel Paese che va a fuoco


 

Siamo un Paese che va a fuoco. Stanotte nel porto di Ancona un incendio si è sviluppato nell’area ex Tubimar, dove ci sono varie attività, si è levata una densa colonna di fumo che è ancora nell’aria.

Nella zona ci sono una ditta che produce azoto liquido, una centrale elettrica, un impianto di metano. Tenere le finestre chiuse in via precauzionale, in attesa dei risultati delle analisi dell’Arpam e dell’Asur. E’ il consiglio dato dal Comune con il centro città è ancora invaso dal fumo.

L’enorme rogo riporta alle immagini di Beirut o al fuoco della Caifornia. Ma il nostro Paese non è da meno dopo un mese di agosto che ha mandato in cenere parchi come la riserva dello zingaro o il sentiero degli dei nella Costiera amalfitana. E sono quotidiani i roghi in Campania, tornati in gran numero nelle province della terra dei fuochi tanto da far arrivare il ministro dell’Ambiente Sergio Costa per un nuovo Piano che deve rimuovere la “benzina” dei roghi: i rifiuti.

Bisogna proteggere l’ambiente e soprattutto l’aria del nostro Paese. Secondo l’agenzia ambientale europea nel vecchio continente ci sono 400mila morti premature ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico. Sono mille morti, silenziose, ogni giorno.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale