Pendolaria 2024: il Mezzogiorno con treni vecchi e viaggi della speranza


 

Questi sono i momenti del presidio di Roma dove cittadini, attivisti e parlamentari hanno chiesto la liberazione di Ilaria Salis, detenuta nelle carceri dell’Ungheria di Orban. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 16 febbraio 2024, anno II della guerra, anno 4° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo. 

Oggi parliamo di trasporto pubblico. Il Rapporto Pendolaria 2024 fotografa una situazione statica del trasporto ferroviario in Italia, dove persistono differenze marcate sulla qualità e quantità del servizio, in particolare tra nord e sud e tra linee principali e secondarie, e  le prospettive non sono incoraggianti. L’eterna rincorsa all’annuncio sulle grandi opere ha spostato l’attenzione rispetto ai veri problemi di chi si muove in treno ogni giorno.

Il rischio concreto è che vengano ignorate le “piccole” opere che farebbero grande il Paese e migliorerebbero la qualità della vita delle persone: raddoppi e passanti ferroviari, potenziamenti e velocizzazioni, nuove stazioni, elettrificazioni. Grande dimenticato è il Mezzogiorno: qui le corse dei treni regionali e l’età media dei convogli sono anco­ra distanti dai livelli del resto d’Italia. Al Sud i treni sono più vecchi, l’età media è ancora molto lontana dai 14,6 anni del nord. Ascoltiamo il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale