Un digiuno per i diritti di chi è in cella a Natale (con il Covid)


 

Un milione di persone si metterà in viaggio per le vacanze di Natale. Due terzi si sposterà con l’auto, il resto con treni e aerei tutti esauriti.

Come cambia l’informazione al tempo dell’emergenza pandemia. Fino a un anno fa questa era una news di servizio all’interno del tema natalizio, oggi diventa quella di apertura con i dettagli su chi e quanti affrontano il viaggio in auto. Restrizioni, prevenzione, sicurezza hanno messo in discussione ogni minimo e scontato gesto di vita quotidiana.

Gesti che non sono stati messi in discussione per altri luoghi. Come per il carcere ad esempio dove oltre 200 docenti universitari e giuristi sono in sciopero della fame per chiedere al governo e alle autorità competenti di intervenire con provvedimenti idonei a ridurre il più possibile il sovraffollamento negli istituti di pena per prevenire il rischio di un’ulteriore diffusione del contagio da Coronavirus al loro interno. Partita il 30 novembre scorso l’iniziativa non ha precedenti.

Carcere, ospedali, tribunali, strutture protette o in alcuni casi le stesse case: dalle condizioni e dai diritti nei luoghi chiusi si capisce lo stato di salute del Paese, soprattutto al tempo della pandemia.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale