Comunità Progetto Sud, proseguono le intimidazioni


Ennesima intimidazione ai danni della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme: gomme squarciate alle auto degli operatori della casa Pensieri & Parole, bene confiscato alla malavita organizzata e presidio di legalità.

Negli ultimi otto giorni sono sette gli episodi incriminati che riportano al centro la sicurezza del gruppo sociale fondato da don Giacomo Panizza nel 1976. Denuncia che è già sul tavolo del Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio, il quale ha riferito all’attenzione della DDA e dei dottori Nicola Gratteri e Vincenzo Capomolla per chiedere un intervento deciso a sostegno delle attività sociali e produttive della Comunità
Progetto Sud.

Ad essere colpita è nel caso specifico la casa Pensieri & Parole, il primo bene confiscato della città di Lamezia Terme. Apparteneva alla famiglia di ‘ndrangheta Torcasio, che continuano ad abitare nelle case dirimpetto al cortile. E’ stato assegnato alla Comunità Progetto Sud nel 2002, quando in città c’erano i Commissari prefettizi. Il palazzo è di 4 piani: 8 appartamenti dove la Comunità ha attivato 10 attività sociali e culturali con 18 persone che lavorano al suo interno (i beneficiari della “Casa Famiglia Dopo di Noi” e della “Casa di accoglienza per minori non accompagnati Luna Rossa”). Sono loro ad occuparsi degli Sportelli informativi per i diritti delle persone con disabilità e di presa in carico di persone con fragilità e minori migranti, attivati all’interno della casa Pensieri & Parole.

Una struttura che è costata, e costa ancora, una “condanna a morte” sentenziata nei confronti di don Giacomo Panizza che nel processo contro la cosca si è costituito come Testimone di Giustizia, il primo – anche in questo caso – a Lamezia. Don Giacomo vive con un programma di protezione, ma come testimonia la cronaca di questi giorni le intimidazioni non si sono mai fermate. “La novità è che è sempre successo a me o ai beni che sono della Comunità. Questa volta a chi lavora qui”, dice il Presidente di Progetto Sud che aggiunge: “Il lavoro di questi anni è stato portato avanti con dignità e con la cultura della legalità e del lavoro pulito e regolarmente retribuito, proprio qui, nel primo bene confiscato e assegnato della città”.

di Pierluigi Lantieri