Diamogli rifugio


“L’Unione Europea accolga con urgenza i profughi del campo di Moria che hanno perso tutto”: è l’appello della Comunità di Sant’Egidio dopo l’incendio che ha colpito la struttura sull’Isola di Lesbo che ospitava oltre diecimila persone provenienti in gran parte dall’Afghanistan. “Necessario evitare ulteriori drammi della disperazione”, afferma la Onlus umanitaria dopo che circa tredicimila persone impaurite si sono riversate in strada verso la città di Mitilene, ma sono state bloccate dalle forze dell’ordine. Il culmine di un sistema fallimentare, una tragedia annunciata tragedia annunciata secondo molti osservatori a causa delle condizioni disumane e del Covid: teoricamente il campo poteva accogliere al massimo tremila rifugiati. Un sovraffollamento reso così ancora più drammatico dalla pandemia con le necessarie misure anticontagio sin da subito inapplicabili. La scorsa settimana è stato registrato il primo caso di coronavirus e ad oggi, i casi confermati, sono saliti a 35. Il campo è stato messo in quarantena.

Ora l’incendio, in quella che è la più grande struttura di accoglienza d’Europa, ha lasciato senza un tetto famiglie, donne, minori e migranti provenienti in prevalenza dal Medio Oriente. Non appena la notte scorsa le fiamme hanno cominciato a divorare varie zone del campo di Moria, centinaia di rifugiati hanno chiesto aiuto telefonando ai volontari della Comunità di Sant’Egidio, che hanno seguito ed alleviato giorno dopo giorno le crescenti difficoltà dei rifugiati del campo. Sin dalla creazione di questo hotspot l’organizzazione internazionale è stata attiva nel soccorso e nel sostegno delle persone arrivate e a seguito del rogo la sua presenza si è resa ancora più preziosa per la sicurezza delle persone coinvolte.

Sant’Egidio ha anche lanciato un appello all’Unione Europea, perché accolga i profughi che con l’incendio hanno perso tutto. A Moria infatti la priorità è diventata fornire alloggio e buone condizioni igieniche a chi ne ha bisogno. In questo senso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è detta “pronta ad assistere la Grecia” e intanto invia sul posto il vicepresidente Margaritis Schinas, responsabile sull’immigrazione.

Eppure, oltre gli annunci di solidarietà, nemmeno quest’ultima tragedia greca sembra aver cambiato l’agenda dei governi nazionali dell’Ue. La Commissione europea dovrebbe presentare un pacchetto immigrazione, compresa la riforma di Dublino rimandata dalla primavera scorsa. Ma, se anche la presentazione fosse confermata, il dossier non sembra avere possibilità concrete di finire al primo posto in agenda delle riunioni dei leader in Consiglio europeo per la fine dell’anno. A meno che la crisi di Lesbo non riesca a cambiare le carte in tavola nei prossimi giorni: per ora, nessun segnale in questa direzione.

di Pierluigi Lantieri