Finestre aperte


Sanremo2020 tra musica e parole va in scena il racconto di una società con meno amore e tanto smarrimento. Il servizio è di Clara Capponi
Superate le polemiche su Amadeus, gli artisti e le soubrette, finalmente è la musica a parlare in questa settantesima edizione del festival. Anzi i testi, che mai come quest’anno abbandonano le facili metafore dell’amore per raccontare un’epoca di smarrimento come nella canzone del rapper Anastasio, che in “Rosso di rabbia” parla di un terrorista, ma in realtà racconta della parte oscura dell’animo umano. Tra i brani più sociali quello di Levante che nel suo brano sanremese mette al centro il concetto di “diversità”, espressa in varie declinazioni.
Tra le nuove proposte il duo Gabriella Martinelli e Lula portano “Il gigante d’acciaio”, pezzo che nasce dalla voglia di raccontare la storia dell’ex Ilva e dei lavoratori. Non ha bisogno di molte spiegazioni il brano della promessa Tecla Insolia: si chiama “8 marzo” e celebra la forza delle donne. Per concludere il rapper Marco Sentieri, classe ’85, che porta sul palco dell’Ariston “Billy Blu” la storia vera di un ragazzo bullizzato a scuola, che si ritrova dopo svariati anni a dover salvare la vita al proprio bullo