L’importante è partecipare


Ufficialmente rinviate al 2021 le Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo, tutto il mondo dello sport attendeva questa decisione. Anche la campionessa paralimpica, Martina Caironi  portabandiera a Rio de Janeiro, apprezza la scelta, “per la sicurezza di tutti – dice – e per permettere a noi atleti di presentarci fisicamente e mentalmente preparati a un evento così importante”.

Così anche l’appuntamento sportivo per eccellenza ha dovuto cedere, momentaneamente, contro la pressione asfissiante del Coronavirus. La decisione di posticipare al 2021 i Giochi olimpici e paralimpici, in programma a Tokyo nell’agosto di questa estate, è stata più rapida di quanto le apparenze lasciassero trasparire. Fino a sette giorni fa Thomas Bach, presidente del Cio – Comitato Olimpico Internazionale – pareva irremovibile sulla regolare disputa dei Giochi. Poi, invece, qualche certezza è cominciata a vacillare anche nel rigore del dirigente tedesco, ex schermidore. Già domenica scorsa il Cio apriva ufficialmente ad un rinvio rimandando la decisione a fine aprile. Un mese di tempo per valutare l’andamento della pandemia e confrontarsi con i vari organi sportivi. In realtà sono bastati soltanto due giorni per lo storico annuncio, comunicato martedì 24 marzo dal primo ministro giapponese Shinzo Abe: “ho proposto di rinviare di un anno i Giochi e il presidente Bach è d’accordo al 100%”. A determinare un cambio di passo così repentino, oltre alla volontà del Paese ospitante, sono state le federazioni sportive di Stati Uniti, Canada e Australia che avevano già manifestato l’intenzione di non prendere parte alla spedizione olimpica per tutelare la salute dei propri atleti e di tutti gli operatori coinvolti.
La decisione è tra quelle che capita di prendere una volta nella vita. Mai prima d’ora le Olimpiadi erano state rinviate in tempo di pace. In tre occasioni, invece, sono state annullate a causa delle bombe dei due conflitti mondiali: Berlino 1916, Tokyo 1940 e Londra 1944. Lo stesso vale per le Paralimpiadi, ideate ufficialmente in Italia come terapia per pazienti midollari e svolte per la prima volta a Roma 1960. Quella del 2021 sarà la 16esima edizione, seconda volta per la città di Tokyo dopo la manifestazione del 1964. La paralimpiade giapponese vedrà la partecipazione di 4.400 atleti che gareggeranno in 537 eventi medaglia. Tra le atlete che parteciperanno alla prima edizione dei Giochi “dispari” della storia c’è anche Martina Caironi, campionessa paralimpica sui 100 metri e il salto il lungo, specialità di cui detiene i record del mondo, portabandiera nella precedente edizione di Rio de Janeiro. La podista nativa di Alzano Lombardo, comune della provincia di Bergamo drammaticamente colpito dal virus, commenta con serenità il rinvio al 2021 delle Paralimpiadi: “Era una decisione già nell’aria, ci aspettavamo che andasse così – dice – Ma cerco di vederla positivamente, come se avessi avuto un “extratime” alla Super Mario Bros che potrebbe consentirmi di raggiungere la forma migliore: ora sarei arrivata un po’ a filo, avendo potuto iniziare ad allenarmi tardi. Chiaramente il fisico deve tenere botta”. Sotto questo punto di vista una deroga, concessa a lei e ad altri atleti di interesse nazionale, le permette 3 volte a settimana di uscire e andare al campo di atletica: “Ma stiamo ben distanti”. Gli allenamenti continuano a casa: “Tanto corpo libero, ma ho anche un bilanciere e i pesi – spiega – Il mio allenatore mi ha preparato un circuito che faccio 2 volte a settimana: addominali, esercizi per le gambe e per tenere il tono muscolare del moncone”. Ma l’autoisolamento stimola la riflessione, e Caironi non si tira indietro, lei che è spesso stata in prima fila per l’accoglienza e l’integrazione: “Forse capiremo che siamo tutti vulnerabili e quindi tutti uguali – è il suo auspicio – Forse miglioreranno le relazioni interpersonali, inizieremo ad apprezzare quello che abbiamo e a “empatizzare” di più con i migranti: noi italiani ci siamo trovati dalla parte dei discriminati, ma non si sceglie mai dove si nasce”.

di Pierluigi Lantieri