Allenarsi con la paura. A Kabul le ragazze della squadra di taekwondo si allenano di nascosto, cambiando luogo ogni volta per non essere scoperte. Il divieto dei talebani agli sport femminili ha costretto le atlete alla clandestinità ma non ha piegato la loro passione, ormai abituate ad andare controcorrente nella società afghana più conservatrice.
Bashir Ahmad Rustamzai, il nuovo ministro dello sport del Paese, ha detto che i talebani avrebbero consentito 400 sport, senza specificare se e quali le donne avrebbero potuto praticare. Farzana Frotan, 28 anni, è una di queste donne coraggiose. La sua partecipazione ai campionati mondiali di taekwondo del 2015 e una medaglia d’oro al torneo internazionale di taekwondo WTF del 2016 in Tajikistan non sono bastate a farle ottenere l’esenzione dal divieto dei talebani. “Sognavo di diventare una campionessa, non solo nelle competizioni internazionali ma anche alle Olimpiadi. Ma in questo momento sto a casa e non posso nemmeno andare al club”, ha raccontato Farzana a EFE.
L’atleta si allena clandestinamente un giorno o due alla settimana con le sue compagne in luoghi diversi per paura di essere scoperta. L’allenatore della nazionale Nematullah Habibi ha raccontato all’agenzia di stampa spagnola che una volta i talebani sono arrivati poco dopo la fine dell’allenamento e per rappresaglia “hanno torturato la famiglia che li ha ospitati”. La repressione talebana non è l’unico ostacolo che queste donne devono superare per fare sport. Farzana ha raccontato le difficoltà di convincere la sua famiglia. “Ero innamorata del taekwondo… ma i miei genitori non erano d’accordo e mi hanno detto che non era adatto alle ragazze”. Per ottenere l’approvazione dei genitori, Farzana ha detto loro che se avesse imparato il taekwondo, avrebbe potuto difendersi dagli abusi dei ragazzi.
Per queste donne il taekwondo è molto più di uno sport: “Lo sport, specialmente per le donne in Afghanistan, è la chiave per una vita felice e sana”, ha spiegato a EFE Husnia Sadat, 23 anni, anche lei della squadra nazionale di taekwondo. “Lo sport mi ha dato fiducia e non mi sento più vulnerabile come le altre donne in Afghanistan”.