L’unione fa la forza


gioco calcioFavorire l’inclusione sociale attraverso il calcio: è l’obiettivo del progetto Rete! promosso dalla Figc per i minori stranieri non accompagnati e neo maggiorenni richiedenti protezione internazionale. Fino a maggio svolgeranno una fase regionale che prevede attività sportiva, educativa e formativa, poi saranno impegnati in un torneo.

 

Il progetto, realizzato dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC in collaborazione con lo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e il sostegno del Sottosegretario al Ministero degli Interni On. Domenico Manzione, è giunto alla sua terza edizione: dopo aver coinvolto 516 ragazzi e 49 Progetti SPRAR nel primo biennio (237 nel 2015 e 275 nel 2016, coinvolgendo rispettivamente 24 e 26 centri), quest’anno vede ai nastri di partenza 397 ragazzi provenienti da 30 Progetti SPRAR in 11 Regioni italiane (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Trentino, Umbria e Veneto). Parallelamente all’attività calcistica, il progetto prevede un approfondimento scientifico condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha l’obiettivo di identificare e valutare le modalità in cui il calcio possa essere utilizzato nei contesti di maggiore “vulnerabilità” e predisposizione al disagio psichico, come nei soggetti richiedenti asilo e rifugiati, con l’obiettivo di comprendere quanto l’attività calcistica possa rappresentare un veicolo di integrazione e influenzare il livello di benessere e felicità nei giovani coinvolti. Nel 2016, la ricerca ha effettuato un confronto tra il livello di felicità dei ragazzi coinvolti prima e dopo l’attività sportiva. Ad esempio, all’inizio del progetto, alla domanda “Il calcio può contribuire ad abbattere le barriere socio-culturali”, il 79% dei partecipanti ha espresso parere positivo con un incremento fino al 91% al termine della fase finale del torneo. Alla domanda “Il calcio può migliorare il mio stato di benessere” il 61% dei partecipanti ha condiviso pienamente l’affermazione, raggiungendo il 76% al termine della fase finale del torneo. Quest’anno la ricerca permetterà di avere un follow-up degli studi realizzati nelle due precedenti edizioni.