Mare chiuso


Medici senza frontiere e Sos Mediterranee costrette a fermare le missioni di salvataggio. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Dall’inizio della propria attività nel febbraio del 2016 ha salvato la vita a oltre 30 mila persone nelle acque tra Libia, Italia e Malta, ma dopo mesi di ostilità e di accuse, la nave Aquarius di Medici Senza Frontiere ha deciso di chiudere le operazioni di ricerca e soccorso.
Una scelta drastica ma inevitabile che avrà come conseguenza l’aumento dei morti in mare, già oltre 2.100 dall’inizio di quest’anno. Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere, ha spiegato cosa significa la fine dell’attività dell’Aquarius: “Mancanza di assistenza salvavita in mare, bambini, donne e uomini respinti nell’incubo della detenzione arbitraria in Libia senza alcuna concreta speranza di poter fuggire, la creazione di un clima che scoraggia qualunque nave dal rispondere all’obbligo di salvare vite in pericolo”.