Missing at the borders


È il nome del sito nato per dare voce alle famiglie dei migranti morti, dispersi o vittime di sparizione forzata nel viaggio verso l’Europa. La piattaforma raccoglierà le testimonianze video delle famiglie per dare un’identità alle vittime e per far conoscere la lotta che i loro congiunti stanno portando avanti per avere verità e giustizia.

 

Dal 2000 ad oggi ci sono state 35 mila vittime nel Mediterraneo. Nei primi tre mesi e mezzo del 2017 quasi 800 persone hanno perso la vita nella traversata. Nessuno sa con certezza quante siano le vittime lungo le rotte che dall’Africa sub-sahariana portano fino al Mediterraneo. Ogni anno dobbiamo assistere al macabro conteggio delle vittime, ma quando se ne parla ci si riferisce a loro soltanto come dei numeri, senza tener conto del fatto che sono innanzitutto esseri umani. Le loro individualità, le speranze e i sogni che li hanno portati ad intraprendere il viaggio migratorio vengono completamente ignorati e cancellati. E non si parla neanche della condizione in cui rimangono le loro famiglie.
Missing at the borders è un progetto promosso da attivisti e militanti di diversi reti antirazziste delle due rive del Mediterraneo. In particolare sostengono il progetto le reti italiane Milano senza Frontiere, Palermo senza Frontiere, Como senza Frontiere e Carovane Migranti; l’Association des Travailleurs Maghrébins de France (ATMF) e il progetto Alarm Phone di Watch The Med, costituito da reti di attivisti e rappresentanti della società civile in Europa e NordAfrica.