Non c’è pace


haiti-in-costruzione-150x1002xRaccolti distrutti, scuole inagibili, violenze sulle categorie più vulnerabili. A quasi due mesi dal passaggio dell’uragano ad Haiti, è questa la situazione sull’isola caraibica: Matthew ha colpito oltre 2 milioni di persone, di cui 900 mila bambini.

 

In tre grandi dipartimenti del Paese (Grand’Anse, Sud e Nippes) ha distrutto la totalità dei raccolti, mentre nelle zone del Sud, in cui i principali centri sono villaggi rurali (come Saint Louis, Saint Jean e Tiburon), ne è andato perduto l’80 per cento. Persino gli alberi da frutto sono stati sradicati: “Qui il cocco è una fonte di reddito importante, è venduto a livello nazionale e all’estero. E anche se ripiantato, impiega 6 anni a ricrescere – spiega Chiara Caporizzi, rappresentante della ong bolognese Gvc ad Haiti –. I campi sono pieni di detriti, alberi caduti e carcasse di animali. Pensare che nel giro di qualche settimana si sarebbero dovuti raccogliere fagioli, patate e tutti gli altri prodotti alla base dell’alimentazione. Andando a visitare queste zone il contrasto fra la bellezza dei luoghi, il mare limpidissimo, le montagne maestose, e la rovina nei campi, con tutti – ma proprio tutti – gli alberi recisi, è impressionante”.