Podio d’integrazione


I funzionari olimpici che stanno organizzando le olimpiadi di Rio hanno identificato 43 candidati per formare una squadra di atleti rifugiati. Il servizio di Elena Fiorani. “I rifugiati non hanno una nazionale in gara della quale far parte, non hanno una bandiera né un inno nazionale con i quali sfilare all’apertura dei giochi. È per questo che i membri del Comitato Olimpico Internazionale hanno deciso che daranno il benvenuto a questi atleti con la bandiera delle Olimpiadi e saranno accompagnati dall’inno ufficiale dei Giochi Olimpici. Vivranno al Villaggio. Marceranno sotto la bandiera del Cio e entreranno alla stadio per penultimi, prima del Brasile, nazione ospitante.  Come ogni altro atleta per accedere alle olimpiadi dovranno conseguire i risultati minimi ma la solidarietà olimpica pagherà tutte le spese. Per loro ci saranno tecnici, dirigenti, medici, come in ogni altra squadra. Avranno gli stessi diritti e doveri degli altri, almeno a Rio.”