Podio sostenibile


olimpycsLe medaglie di Tokyo 2020 fatte con vecchi telefoni e pc: da aprile in oltre 2400 negozi giapponesi saranno installati contenitori per raccogliere dispositivi elettronici mal funzionanti o obsoleti. Dalle 8 tonnellate che si prevede di raccogliere sarà ricavato il metallo per la produzione delle 5 mila medaglie da consegnare agli atleti dei Giochi Olimpici e Paralimpici.

 

E’ un progetto che coinvolge l’intera nazione quello presentato dagli organizzatori dei Giochi previsti nel 2020: un’iniziativa che risponde anche alla Raccomandazione 4 dell’Agenda Olimpica 2020 che stabilisce il criterio della sostenibilità in tutti gli aspetti della progettazione e dell’esecuzione dei Giochi. Due aziende sono state incaricate di gestire il progetto nel corso dalla riunione del Consiglio esecutivo di Tokyo 2020: sono la NTT DoCoMo e la Japan Environmental Sanitation Center (JESC). A partire dal mese di aprile 2017 dei contenitori per la raccolta saranno installati in più di 2.400 negozi di NTT DoCoMo e in alcuni uffici pubblici in tutto il paese.
“Credo che il progetto delle medaglie di Tokyo 2020 sia un’iniziativa straordinaria, che impegna tutto il Giappone nel realizzare le medaglie olimpiche e paralimpiche”, dice Daisuke Ikezaki, medaglia di bronzo con il Giappone nel wheelchair rugby a Rio 2016, uno dei testimonial che promuove l’appuntamento nipponico previsto fra tre anni. Come lui, anche il ginnasta olimpico Kohei Uchimura: “Computer e telefoni sono diventati strumenti molto utili, ma penso che sia uno spreco eliminare i dispositivi ogni volta che c’è un progresso tecnologico e appaiono nuovi modelli. Quando non servono più, è bene non sprecare niente, e credo che dietro questo progetto di riutilizzo dei metalli ci sia un messaggio importante per le generazioni future”.