Proteggete la vita dei civili


È l’appello di Amnesty International dopo l’intensificarsi degli scontri in Libia. Tutte le parti in conflitto sono obbligate dal diritto internazionale a difendere l’incolumità delle persone. Preoccupazione anche per i circa 1300 migranti e rifugiati nei centri di detenzione, già in condizioni di estrema vulnerabilità.

Sia l’autoproclamato Esercito nazionale libico che le milizie filogovernative della Libia occidentale in passato hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani, violato palesemente il diritto internazionale e compiuto crimini di guerra (tra cui attacchi indiscriminati e attacchi diretti contro i civili od obiettivi civili), rapimenti, torture ed esecuzioni extragiudiziali.
Immagini diffuse dai social media mostrano combattenti usare un lanciarazzi multiplo, i cui ordigni sono notoriamente privi di guida e imprecisi, che non dovrebbe mai essere impiegato in zone densamente popolate a causa dell’alto rischio di uccidere o ferite civili.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha reso noto che finora circa 2800 persone sono sfollate a causa dei combattimenti e che in alcune zone i residenti sono impossibilitati a fuggire a causa dell’intensità degli scontri. Molti non hanno accesso ai servizi di emergenza. Le richieste di una tregua per evacuare i feriti e i civili da alcune zone sono state ignorate.
“Tutti i civili che vogliono lasciare le aree coinvolte nei combattimenti dovrebbero farlo liberamente senza finire sotto attacco”, ha sottolineato Mughrabi.