Per molti ma non per tutti


Doveva “abolire la povertà”, invece, il reddito di cittadinanza taglia fuori i più poveri in assoluto. Il servizio di Giuseppe Manzo. (sonoro)

In Italia vivono in strada più di 50.000 persone che sono diventate povere: sono padri separati, anziani con la pensione minima, donne sole con figli, giovani che non riescono a trovare un lavoro, piccoli imprenditori falliti, lavoratori licenziati: persone che vivono in strada e che non hanno la residenza anagrafica. Da quest’anno la residenza è un requisito essenziale per richiedere il reddito di cittadinanza. “Siamo di fronte a una discriminazione profondamente ingiusta. Con Avvocato di strada Onlus, da diciotto anni ci occupiamo della tutela dei diritti delle persone senza dimora. Coerenti con questo impegno, insieme a Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora, abbiamo proposto un emendamento al decreto per fare in modo che chi vive ai margini della società non sia ulteriormente discriminato”, dichiara Antonio Mumolo Presidente Avvocato di strada Onlus e Cristina Avonto, Presidente Fio.PSD. La richiesta di modifica per i senza dimora si aggiunge a quella delle associazioni di persone con disabilità: due fasce di fragilità sociale escluse dal provvedimento del governo.