Vaccino per tutti


Nel novembre del 2018 l’Assemblea generale dell’Onu decreta l’istituzione di una giornata internazionale dedicata all’alfabeto braille e sceglie il 4 gennaio (in concomitanza con la nascita di Louis Braille) come data per la sua celebrazione. Cade proprio oggi, per la seconda volta dopo quella dello scorso anno, la giornata volta a riconoscere l’uso del linguaggio scritto come essenziale per la piena realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Una lotta alla disuguaglianza che il sistema inventato nel 1829 da Braille ha contribuito a promuovere, cambiando completamente il modo di vivere di milioni di persone con disabilità visiva.

Ancora oggi questo alfabeto inclusivo è indispensabile per scrivere, leggere e comunicare. Lo sa bene l’Unione italiana ciechi e ipovedenti che in occasione di questa ricorrenza ha scelto di richiamare l’attenzione sullo stato di emergenza in cui versano le persone con disabilità visiva nel corso della pandemia, chiedendo massima attenzione e impegno alle Istituzioni del Paese. Sottolineando la loro fragilità, l’Uici denuncia il fatto che le persone con disabilità visiva sono tra le più esposte al contagio perché “è soprattutto attraverso il tatto che possono interagire con il mondo e compiere gli atti fondamentali della vita”.

“I disabili visivi – commenta Mario Barbuto, presidente dell’associazione – sono tra le persone rese più esposte al rischio di contagio, così come confermato anche da documenti ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Pensiamo, infatti, che per un cieco o un ipovedente il tatto è il principale veicolo di esplorazione e interazione con il mondo esterno, ed essenziale per muoversi nello spazio, studiare a distanza, lavorare, acquistare beni di necessità, evitare pericoli, come dimostra anche l’adozione ormai universale del sistema Braille basato appunto su punti in rilievo percepibili solo al tatto”.

All’improvviso, nel bel mezzo della pandemia, chi non vede è senza dubbio esposto a maggiori rischio: toccare le cose non è mai stato così insicuro. Per questa ragione l’Uici, che rappresenta circa 2 milioni di cittadini, ha richiesto al Ministro Speranza e al Commissario Arcuri “massima attenzione e priorità nell’accesso alla vaccinazione per le persone non vedenti ormai allo stremo dopo mesi di emergenza”. La particolare fragilità degli ipovedenti li rende candidabili a ricevere il vaccino contro il Covid il prima possibile. “I ciechi – prosegue Barbuto – necessitano di priorità e attenzione particolare in questa fase di programmazione degli accessi alla vaccinazione. A questo riguardo come Unione siamo anche disponibili a mettere a disposizione le nostre strutture capillari sul territorio e la nostra conoscenza delle problematiche dei non vedenti per studiare le modalità più opportune per provvedere al più presto alla loro vaccinazione, sia pure nel rispetto delle priorità già definite”.

di Pierluigi Lantieri