Bentrovati all’ascolto del GRSWEEK da Fabio Piccolino.
Negli ultimi mesi le critiche alle organizzazioni che si impegnano nella cooperazione internazionale e nell’aiuto sul campo di chi proviene da zone svantaggiate del pianeta, sono cresciute a causa di un clima politico sempre più teso che tende a cercare soluzioni sbrigative a situazioni molto più complesse.
Ad essere sotto accusa è un intero sistema di valori, e il lavoro quotidiano delle ong viene sminuito e talvolta criminalizzato.
Ne abbiamo parlato con Luca De Fraia, Segretario Generale Aggiunto di ActionAid Italia e coordinatore della Consulta Europa, Mondo e Cooperazione Internazionale del Forum Terzo Settore.
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Quella della cooperazione internazionale è una galassia che ha al proprio interno molte anime e che si impegna in settori diversi tra loro: dalla sanità all’istruzione, dal benessere alla sicurezza.
Non soltanto l’aiuto in mare dei migranti che provano a raggiungere le nostre coste, ma molte attività in diverse parti del mondo.
Ilaria Nobili della Uisp di Roma è in Libano per un progetto di formazione nei campi profughi palestinesi gestito da Ctm – Cooperazione nei territori del mondo.
Ascoltiamo di cosa si tratta
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Tra i volontari impegnati c’è Emanuela Serra della Uisp di Sassari
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Ilaria Nobili ci racconta la vita nel campo profughi di Tiro, nel sud del Libano e delle difficoltà che incontrano le persone e le giovani generazioni.
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Il Libano, paese che ha la superficie dell’Abruzzo, accoglie circa due milioni di profughi: oltre ai palestinesi, molti provengono dalla vicina Siria, teatro di una guerra che dura dal 2011 ed è costata la vita a mezzo milione di persone. Ilaria Nobili ci parla della convivenza tra popoli diversi.
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Tra le persone coinvolte nel progetto all’interno del campo profughi, c’è apprezzamento per il lavoro svolto e il desiderio di imparare cose nuove.
Ascoltiamo ancora Emanuela Serra
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Bentrovati all’ascolto del Grs week l’approfondimento settimanale del Giornale radio sociale. In studio Clara Capponi
La denuncia di un paese “incattivito e rancoroso nei confronti dell’altro che guarda con sospetto anche la propria ombra” è la cifra stilistica che caratterizzerà questa 69^ edizione del Festival di Sanremo in onda su Rai 1 dal 5 al 9 febbraio.
A pronunciare queste parole è Claudio Baglioni il direttore artistico della kermesse, rispondendo a una domanda sui migranti e la vicenda delle imbarcazioni Sea Watch e Sea Eye durante la conferenza stampa di presentazione delle 24 canzoni in gara. Parole che in poche ore hanno scatenato una dura polemica con il Ministro dell’Interno Salvini e un forte imbarazzo nella dirigenza di viale Mazzini.
Ascoltiamole (Sonoro Baglioni)
La critica sociale e politica quindi non si farà attendere sul palco dell’Ariston e tanti sono anche i volti nuovi che arrivano dalle periferie per la maggior parte rapper come il favoritissimo Ultimo, il 22enne Nicolò Moriconi, vincitore allo scorso Festival per i Giovani.A sorprendere sarà anche il milanese Alessandro Mahmood, madre sarda e padre egiziano che nel brano Soldi, racconta un padre assente.A rappresentare le seconde generazioni anche Einar, italiano di origine cubana e Irama che canta un testo forte sugli abusi in famiglia.
SanRemo non fa più rima con amore nemmeno per i big: argentovivo di Daniele Silvestri è il flusso di parole di un adolescente che si sente in carcere, gli Ex Otago porteranno sul palco il riscatto di Genova tra i favoriti anche Motta, vincitore dell’ultimo Tenco in gara a Sanremo con dov’è l’Itia un brano che racconta un migrante che ha preso la rotta e lo spaesamento attuale. Sentiamo
Sonoro
Fra qualche mese saranno poche le canzoni che ricorderemo, ma questa edizione ha il polso di quello che si ascolta in giro e dei sentimenti del paese.Canzoni vicine al nostro tempo, dove sono assenti le grandi guide, le voci sono dissenzienti, c’è confusione e un grande interrogativo sull’orizzonte verso cui ci stiamo dirigendo.
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