Bentornati all’ascolto del Grs week da Giovanna Carnevale
Le paure degli italiani, il coraggio di chi non si arrende, la visione di chi vuole cambiare. Al 4° congresso nazionale di Legacoopsociali sono stati questi i temi della due davanti a 300 delegati giunti da tutta Italia. Ad aprire i dibattiti condotti dal giornalista Riccardo Iacona è stata la ricerca Swg: il 65% degli italiani giustifica il razzismo, il 55% chiude le porte ai migranti, il 20% non vuole un paese solidale. A intervenire sulla questione nei giorni della condanna Onu all’Italia per gli accordi con la Libia è stata Carlotta Sami, portavoce Unhcr Sud Europa:
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Il coraggio è la pratica per combattere le paure. E nella cooperazione sociale spesso vuol dire essere occupazione e dirigenza femminile. Il 74% dei 121mila occupati nelle cooperative aderenti a Legacoopsociali è donna. Tra loro ci sono esperienze di innovazione al Sud e di impegno costante contro la violenza di genere. E c’è anche la ricerca scientifica come il prestigioso Istituto Ramazzini con la direttrice Fiorella Belpoggi:
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La visione per un futuro senza paure conferma la leadership femminile per Legacoopsociali. Dopo i 10 anni di guida di Paola Menetti, ringraziata da tutta la platea, ora tocca a un’altra donna: Eleonora Vanni. Toscana, vicepresidente uscente, Vanni punta su due temi fondamentali: partecipazione e condivisione. Ascoltiamo uno stralcio del suo intervento
Bentornati all’ascolto del Grsweek da Clara Capponi.
A volte succede che la cultura s’intrecci con gli eventi che accadono, entri nel vivo delle questioni.
E’ quello che sta capitando in questi mesi intorno al tema delle migrazioni; i racconti di questo fenomeno hanno animato festival di fama internazionale, come nel caso di “Io sono qui”, ducu-film contro gli stereotipi sull’immigrazione, o del documentario Sea Sorrow, il dolore del mare, film che segna il debutto alla regia di Vanessa Redgrave, entrambi presentati alla Festa del Cinema di Roma.
Ce ne parla Fabio Piccolino
Mettere in discussione gli stereotipi sull’immigrazione rivelando l’umanità delle persone che arrivano in Italia e nel resto d’Europa alla ricerca di un futuro migliore. “Io sono qui”, scritto e diretto da Gabriele Gravagna, è parte di un progetto condotto da Unicef per accendere i riflettori sull’immigrazione minorile, raccontando il funzionamento di un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati e il difficile percorso verso l’inclusione sociale.
Il dramma dei rifugiati che lasciano guerre e miserie è anche il tema alla base di “Sea Sorrow” di Vanessa Redgrave, con uno sguardo particolare sui bambini. Un documentario che mette insieme le esperienze personali della regista, interviste e visite nei campi profughi in un viaggio che si snoda tra Italia, Grecia, Libano, Calais e a Londra alla ricerca di un’umanità che nella cronaca quotidiana sembra essersi perduta.
L’attualità entra così prepotentemente nell’arte, come nel caso de “L’ordine delle cose” l’ultima pellicola di Andrea Segre sul blocco delle rotte dalla Libia, la cui storia si intreccia ogni istante con quello che leggiamo sui quotidiani.
Tanto che il regista ha deciso di concretizzare il suo impegno civile lanciando a Roma il prossimo 3 dicembre il forum nazionale “Per cambiare l’ordine delle cose”: una giornata di confronto e partecipazione da cui dovrebbero scaturire proposte concrete e innovatrici, capaci di proporre una nuova stagione delle politiche migratorie
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Ma la possibilità di veicolare il racconto della realtà rimane spesso ancora determinato dalla politica, come nel caso di “Tutto il mondo è paese” la miniserie dedicata al modello Riace, dove i migranti sono ospitati nelle case lasciate vuote dalle famiglie del luogo.
La decisione di bloccare lo sceneggiato è stata presa dai vertici Rai dopo l’inchiesta della procura di Locri che vede il sindaco Domenico Lucano iscritto nel registro degli indagati per presunti illeciti commessi nella gestione dei progetti per l’inserimento degli immigrati.
Un altro caso dove si racconta un paese diverso pieno di persone che quotidianamente costruiscono pratiche di interazione e solidarietà, come sottolinea il protagonista della fiction Beppe Fiorello.
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