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Edizione del 27/02/2017
27 Febbraio 2017Grs week 25-26 febbraio / Sviluppo sostenibile: il terzo settore si confronta a FTQS2020
25 Febbraio 2017Bentornati all’ascolto del Grs week, in studio Giovanna Carnevale. Come perseguire lo sviluppo economico senza compromettere l’ambiente e i beni di cui avranno bisogno le generazioni future? Rispondere a questa domanda diventa urgente in una società improntata sul valore del profitto ma che con sempre più frequenza si ritrova davanti i limiti (e i danni) di un modello di produzione che mette in secondo piano l’essere umano e lo spazio in cui vive. Le istituzioni, nazionali e internazionali, stanno iniziando a riflettere su forme di sviluppo sostenibile, mentre la società civile prova a mobilitarsi affinché il tema venga preso in considerazione più seriamente. Ma come succede spesso, è nel piccolo che si sviluppano le idee e le pratiche più innovative. E proprio per questo motivo si è deciso di sperimentare a Salerno, nell’ambito di FQTS, percorso di formazione per il terzo settore del sud, la realizzazione di “manifesti dell’innovazione”, con idee progettuali per risolvere problemi specifici con dei piani di sviluppo sostenibile. Marco Serra, uno dei docenti di FQTS, ci spiega il meccanismo di quella che è stata chiamata Fiera della Conoscenza che si è svolta questa settimana.
(sonoro)
Ma durante la quarta settimana intensiva di formazione FQTS, dal 21 al 25 febbraio, diversi e interessanti spunti di riflessione sono venuti anche da ospiti provenienti da tutta Italia. Tra questi, l’economista Leonardo Becchetti al quale abbiamo chiesto, sempre in tema di sviluppo sostenibile, come questo sia conciliabile con gli interessi di aziende e imprese.
(sonoro)
Ma a che punto è l’Italia? Da fare c’è sicuramente ancora molto, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2020 delle Nazioni Unite. Ma alcuni piccoli passi avanti, su temi molto specifici, sono già stati fatti, e un esempio è la legge contro lo spreco alimentare, entrata in vigore lo scorso settembre. Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, parla di cosa è cambiato in questi mesi.
Edizione del 24/02/2017
24 Febbraio 2017Edizione del 23/02/2017
23 Febbraio 2017Edizione del 22/02/2017
22 Febbraio 2017Edizione del 21/02/2017
21 Febbraio 2017Edizione del 20/02/2017
20 Febbraio 2017Grsweek 18-19 febbraio 2017 – Europa, calcio e rifugiati
17 Febbraio 2017Adeguare i regolamenti, nazionali e internazionali, alle esigenze sociali dello sport, per valorizzarne le potenzialità di integrazione e dialogo. Questo è l’obiettivo dichiarato della Rete fare (Football against racism in Europe) che, insieme a Uisp e Unar-Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali ha organizzato a Roma il convegno “Europa, calcio e rifugiati. Iniziative, regole ed esperienze di inclusione attraverso il gioco”. Raffaella Chiodo, presidente rete Fare, riassume gli obiettivi dell’incontro.
Il confronto, al quale hanno partecipato rappresentanti dell’Uefa, della Figc e dell’Aic è servito a capire se e come l’Europa e l’Italia si stanno adeguando al fenomeno, tutt’altro che temporaneo, delle migrazioni e della richiesta d’asilo di tante migliaia di persone in arrivo ogni giorno ai confini del continente. Ai nostri microfoni l’esperienza di Koffi Gbonfoun, membro dei Liberi Nantes, squadra di calcio romana formata da richiedenti asilo, che gioca in terza categoria ma fuori classifica, perché i suoi membri non sono tutti in possesso dei documenti necessari per il tesseramento.
Dall’incontro è emerso il paradosso esistente oggi nello sport, a cui si chiede di svolgere un ruolo di mediazione nei confronti di rifugiati e richiedenti asilo, mentre i regolamenti spesso lo impediscono. Ad esempio è impossibile applicare la normativa sul tesseramento dei calciatori per persone non comunitarie con permessi di soggiorno in scadenza. Inoltre per i minori non accompagnati in transito nel nostro Paese non è possibile il tesseramento perchè inevitabilmente manca la firma dei genitori. Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, ha illustrato le buone pratiche già esistenti in Italia per favorire l’inclusione attraverso lo sport