TERRA DEI FUOCHI: SE AL PASCALE SI ASPETTANO 90 GIORNI PER UN RICOVERO

pascale-di-napoli*aggiornamento in data 14 luglio

 

Dopo la denuncia del Forum Diritti e Salute riportata in questo articolo è scattata un’interrogazione parlamentare del senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana. Si tratta di una doppia interrogazione perché non chiama in causa solo il Pascale ma anche la chiusura del Reparto della Terapia del dolore al Cardelli, il più grande ospedale del Mezzogiorno. Il senatore De Cristofaro ha inoltrato le interrogazioni al ministro della Salute Beatrice Lorenzin in data odierna. 

 

La Terra dei fuochi non fa più notizia. Evaporata l’attenzione e celebrata come una soluzione il futuro trasferimento delle ecoballe da Giugliano, resta però la realtà: le conseguenze sulla salute. Sui social continuano le testimonianza di vite giovani e adulte che si ammalano grazie alla testimonianza continua della mamme di Una Voce per tutti. I recenti risultati delle analisi dei medici parlano chiaro.

 

Uno studio seguito dal dottore Vincenzo Petrosino presso l’Università di Napoli di medicina in collaborazione con la facoltà di Farmacia ha rilevato nel sangue il dosaggio  di 14 metalli pesanti e 12 policlorobifenili più cancerogeni (I Policlorobifenili (PCB) sono contaminanti ambientali di origine industriale. In questo scenario qual è la risposta della cura e della prevenzione oncologica? Non ci sono buone notizie in merito. Dal Forum Diritti e Salute arriva una denuncia e riguarda il più importante istituto di ricerca del Sud: l’ospedale Pascale. In un dettagliato dossier il Forum elenca tutte le emergenze e le mancanze a cui deve far fronte il nosocomio.   Il principale Istituto oncologico è commissariato da 6 anni e proprio il sub commissario Gerardo Botti si è dimesso lo scorso maggio denunciando una situazione al limite:  se un medico come me – ci dice – abituato a lavorare per il bene dei pazienti e per obiettivi, chiede al direttore generale dell’assessorato alla Salute dieci cose e tutte e dieci gli vengono negate, vuol dire che non ci sono margini di manovra per incidere e dunque, di fronte al rischio di disattendere il mandato ho ritenuto di tornare a fare il medico”.

 

Quali sono i numeri dell’emergenza? Innanzitutto le liste di attesa. Il tempo per fermare un tumore è fattore decisivo e invece, come scrive il Forum, ecco quanto bisogna aspettare: i ricoveri superano  97 giorni per senologia,  70 per urologia, 60 giorni per mammografia, un anno per gli esami eco ambulatoriali. Tanto che il primario di Radioterapia  Paolo Muto dichiarava al Mattino: “i tempi di attesa sono tali che non resta che dirottare i pazienti bisognosi di terapie radiante verso altre strutture”.   Alle liste si aggiunge la carenza di organico: servono 30 o 40 infermieri in più, 20 tecnici di radiologia e 10 operatori sociosanitari “per far volare l’attività clinica di questo istituto”. Di fronte a questa situazione il Forum Diritti e Salute spiega con il portavoce Francesco Maranta: “chiediamo azioni di vigilanza e controllo siano state attivate o si intende porre in essere per verificare i risultati dell’azione amministrativa commissariale e garantire il funzionamento, nel pieno delle sue potenzialità. E poi vogliamo sapere quali azioni siano state poste in essere sulle criticità dell’Istituto, e come intende il Sig. Ministro ridurre i tempi di attesa per i ricoveri e la chirurgia di eccellenza, atteso che con l’estate si va incontro ad una ulteriore fisiologica riduzione delle risorse umane”.

 

E Maranta aggiunge: “vogliamo sapere quali iniziative per sollecitare il Commissario  J. Polimeni a smentire  su un presunto  depotenziamento dell’IRCCS  e delle strutture complesse che a dire dello scrivente sono essenziali (al fine della efficienza clinica) strutture complesse come la radiologia interventistica, la cardiologia oncologica, la medicina di laboratorio e l’endoscopia oncologica, per le quali recentemente sono stati spesi investimenti nell’ordine di milioni di euro”.   Inoltre dall’ospedale resta il rebus di macchinari nuovi non ancora utilizzati che portano a chiedere quali siano “gli atti amministrativi – se vi sono – siano stati adottati dal Commissario straordinario per il potenziamento della struttura e sviluppo clinico-scientifico”.

 

Fino a prova di smentita questi sono i numeri del più grande Istituto oncologico del Mezzogiorno e centro di riferimento nazionale per la rete oncologica nazionale e regionale. Qui nella Terra dei fuochi, dove ci si ammala e si muore di cancro.