LA “BUONA SCUOLA” COMINCIA DALLA RESPONSABILITA’

di Admin GRS

Altre notizie

LA BUONA SCUOLAQuando il senso di responsabilità supera le barriere della burocrazia e delle competenze. Un esempio positivo di buona scuola italiana.

Nonostante  i lavori di ristrutturazione di alcuni edifici scolastici siano iniziati già a fine luglio, alcuni dirigenti scolastici devono fare i conti non solo con il degrado e l’incuria in cui versano moltissime scuole, ma anche all’ulteriore  taglio dei fondi destinati, in un primo momento, dal nuovo Piano di edilizia del Governo, piano che coinvolgerà complessivamente 20.845 edifici scolastici, per investimenti pari a 1.094.000.000,00 di euro. Cifre davvero stratosferiche, se si pensa che  quattro milioni di studenti e una scuola italiana su due saranno coinvolti in questo primo progetto, già avviato,  che porterà,  nell’arco del periodo 2014-2015, ad avere in Italia scuole bellesicure e nuove, e aggiungiamo noi, decisamente più “responsabili”, sia da parte della classe dirigente e docente, che dai ragazzi stessi che la frequentano.

Ma la realtà porta, spesso, i dirigenti scolastici a doversi districare in un balzello di  competenze, dalla provincia, proprietaria della maggior parte degli edifici, alla burocrazia in continua evoluzione, che cambia continuamente i parametri entro cui segnalare casi di possibili rischi di sicurezza, alla lungaggine con cui vengono evase le richieste  dei dirigenti agli enti locali di competenza. Insomma, è difficile poter intervenire autonomamente e con immediatezza, anche e soprattutto, per le diverse competenze. Tuttavia, a volte, capita che un dirigente scolastico riesca, nonostante queste difficoltà, a superare tutti questi ostacoli grazie al grande senso di responsabilità e alla collaborazione delle persone giuste.

E’ il caso  del Liceo Giuseppe Peano,  di Roma, rimasto chiuso per diverso tempo a seguito della caduta di pannelli del controsoffitto,  senza causare, fortunatamente,  danni agli studenti, la cui dirigente scolastica, Cristina Battezzati, si ritiene soddisfatta dei tempi e delle modalità con cui è riuscita a rendere agibile la scuola stessa, grazie anche ad un ottimo lavoro di squadra tra i tecnici della provincia, giunti tempestivamente sul luogo dell’accaduto, la squadra di operai che vi hanno lavorato ininterrottamente con orari oltre il lavoro ordinario, il personale tutto.  Per saperne di più, abbiamo incontrato la d.ssa Battezzati, alla quale abbiamo rivolto subito alcune domande :

D – Dopo quanto tempo è stata riaperta la scuola?

R – La scuola è stata riaperta dopo un lungo periodo di interruzione della didattica, dovuta alla caduta di un pannello in una classe, durante l’ora di lezione. Fortunatamente, il pannello non ha toccato nessuno, non ha causato alcun infortunio, però è stato un segno evidente della precarietà della struttura.

D –  Che età ha questo liceo?

R – Intorno ai 50 anni, quindi, pur essendo un edificio che strutturalmente è solido, non si deve pensare il contrario. Tuttavia, la parte della controsoffittatura è stata fatta con dei criteri  che non rispondono più ai parametri di sicurezza di oggi, infatti erano un insieme di pannelli di gesso, pesante, che venivano sostenuti da una rete di ferro, sulla quale erano “appoggiati”. Quindi, con il tempo, le variazioni climatiche, le vibrazioni, la stessa vecchiaia di tuttala struttura, rendeva, e ha reso, molto meno sicura questa struttura, questa controsoffittatura, fino al punto che è caduto il pannello senza alcun preavviso.

D – Lei è anche responsabile della sicurezza, ma sicuramente qui lo è da poco tempo per potersi accorgere del deterioramento strutturale: in tutti questi anni, i suoi predecessori,  non hanno mai fatto fare delle verifiche prima di iniziare le lezioni, come funziona la sicurezza nella scuola?

R – Questo è molto interessante. Nella scuola c’è l’obbligo di stilare un DVR, cioè,  il Documento valutazione rischi, lo si fa ogni anno, e si manda il risultato di questa valutazione rischi, in provincia e all’Ufficio scolastico regionale, quindi le scuole segnalano sempre le difficoltà in cui si trovano, e, soprattutto, quelle situazioni in cui si potrebbe creare una situazione di pericolo. E’ chiaro che i pericoli possono essere di diversa entità. Quindi c’è la cosa più banale, dalla mattonella sbeccata, a quella, invece, più importante, e, in questa scuola, era stata segnalata dal 2009 la precarietà di questi controsoffitti che, visto l’età, potevano essere un pericolo.

D – Quindi, la cosa grave è che la segnalazione c’è stata,  ma non c’è stato alcun tipo di intervento o controllo.

R – E’ vero.  Però voglio spiegare anche un altro aspetto. La normativa ci porta, ogni anno, a rivedere parametri, a rivedere porte che, magari, hanno una maniglia che non è stata omologata, quindi bisogna cambiare completamente la porta, cioè, veramente, stare dietro a tutto è una follia. E’ vero, è giusto, ma non sempre si riesce.

D – E’ una follia  per la rapidità delle norme che crescono, o anche, per la distrazione di alcune responsabilità specifiche?

R – Il problema è quello delle norme che si rincorrono, troppa burocrazia, e poi c’è anche un altro aspetto: il patrimonio scolastico, quello degli edifici, che appartiene, per le scuole superiori, alla provincia, è enorme, e dovrebbe essere, in qualche modo, monitorato, e mantenuto, attraverso la famosa anagrafe, che non è mai decollata.

Adesso, però, è ritornato l’obbligo dell’anagrafe con la proposta della buona scuola dell’attuale Governo, che potrà monitorare tempestivamente edifici che hanno  bisogno di una manutenzione costante, per non arrivare a questi  punti di degrado così gravi, che si ripercuotono sulle persone, e che poi richiedono un impegno economico tale e talmente gravoso che diventa anche un problema per lo stesso ente locale che se ne deve occupare.

D – Tornando al Liceo Peano, abbiamo visto questi controsoffitti a vista molto naif, con fili legati con delle fascette, tubi visibili, ci spiega come mai lei ha potuto, comunque, riaprire la scuola nonostante questa visione non idealmente legata alla sicurezza?

R – Lei dice bene, la visione non è delle migliori, dal punto di vista estetico, forse, anche se, la tendenza dell’architettura moderna  è naif. Tuttavia, è vero, è un po’ destabilizzante, però, dal punto di vista della sicurezza, è totale. Le persone che vivono nella scuola, che lavorano nella scuola, dal personale agli alunni, sono in sicurezza, ed è quella la cosa che mi premeva più di tutto.

D – Quindi l’arrivo dell’inverno, con questi soffitti aperti, non dovrebbe generare il disagio di dispersione di calore?

R – No, anche per un altro aspetto, perché ci siamo accorti che, togliendo la controsoffittatura, lo spazio era unico, c’era un’enorme spazio di più di 5 mila mq di controsoffitto, perché tanto è stato demolito, ed era tutto comunicante, quindi con una dispersione di calore evidente. Il lavoro, poi, di ristrutturazione, ha risentito anche di questo intervento, cioè, del fatto di dover ricostituire la parte alta dei muri, fino ad arrivare al soffitto.

D – L’altro aspetto cui accennava prima, quello  dell’ottimo lavoro di squadra. Ci racconta di questa esperienza  positiva e di  queste società che sono venute  ad eseguire i lavori?

R – Le squadre che sono intervenute sono delle ditte che hanno vinto l’appalto alla provincia, e quelle che ho sperimentato io sono state encomiabili, da tutti i punti di vista, non hanno conosciuto nè sabato, né domenica, arrivando alle 6,30 della mattina,  spesso se ne sono andati la sera alle 22,00, ed hanno fatto un lavoro unico, ed io sono grata a queste persone, che hanno dimostrato un garbo e competenza unici, e a chi si è sacrificato senza

D – Gli studenti hanno ripreso le lezioni, nonostante abbiano subito questo fermo, anche dal punto di vista didattico, se avevano delle lacune prima,  ora ne hanno di più: i docenti hanno contribuito, anche a titolo volontario, ad aiutare i ragazzi?

R – Assolutamente sì, soprattutto  i ragazzi delle quinte che hanno l’esame di Stato alla fine del percorso di quest’anno, ed hanno perso solo 6 gg di scuola, poi sono stati suddivisi alcuni in succursale, ed altri in alcuni locali della sede centrale che erano a norma, per poter continuare le lezioni regolarmente.

Gli altri ragazzi sono stati ospitati dall’istituto De Pinedo, che devo ringraziare davvero, perché sono stati accoglienti e disponibili, e hanno fatto una turnazione: noi avevamo 14 classi, quindi prime e terze, seconde e quarte, quando le due classi  non potevano frequentare, venivano portate dai docenti in visite culturali, quindi musei, cinema, mostre, tutte le uscite didattiche previste. I docenti hanno collaborato con spirito di dedizione e disponibilità, alcuni per esempio, sono intervenuti su piattaforme, con i loro alunni, per scambiare esercizi, compiti, lezioni, tramite il registro elettronico: altri, hanno preso il coraggio, e li hanno portati autonomamente a seguire delle conferenze, per non allontanare troppo i ragazzi.

D – Il suo istituto, in quanto diretto,  da lei, è quindi già sulla buona scuola, nonostante non ci siano le risorse economiche necessarie, previste dal nuovo Piano scuola. Lei, non si sente un po’ abbandonata, anche se, allo stesso tempo, deve prendere delle decisioni, non pensa, per esempio,  che l’aiuto dei genitori, degli alunni, la partecipazione alle tematiche e problematiche dell’istituto, possano aiutarla?

R – E’ un po’ il destino dei dirigente quello di essere solo, perché, poi, è il responsabile sempre di tutto, qualsiasi cosa accada. Però, il fatto di essere scuola, di essere comunità, aiuta moltissimo. Io tengo a ribadire che la scuola è una comunità che cresce, ed ognuno può partecipare e collaborare a seconda delle proprie mansioni e delle proprie possibilità, ma l’importante è sentirsi comunità. E questo, sia i genitori, sia i docenti e il personale scolastico lo hanno sentito profondamente.

D – Mi accennava, prima, che nello smantellare i pannelli, c’è stato anche un ritrovamento di oggetti del passato . Ci racconta di che si tratta?

R –  E’ vero. In occasione dello smantellamento dei controsoffitti della scuola sono stati ritrovati cinque registri di classe, testimoni preziosi della quotidianità in classe, uno dei quali risalente all’anno scolastico 1978-1979 …. E tre batterie di automobile …..tra lo stupore di tutti e l’interrogativo su come siano finiti lassù!

D – Tornando ai lavori e al loro completamente, quando potranno essere ricollocati i nuovi pannelli del controsoffitto, e conosce già di che materiale saranno?

R – Il ripristino dei controsoffitti, in materiale leggero e con un sistema di sospensione non più a semplice appoggio ma inserito in profilature di metallo, è stato rimandato al periodo di chiusura delle scuole. Mi auguro che la Provincia possa far fronte all’impegno esplicitamente preso al più presto, usufruendo del periodo estivo durante il quale i lavori potranno svolgersi in piena sicurezza e con tutti gli ambienti scolastici a disposizione.

D – Un’ultima domanda. Sicuramente nella sua vita di dirigente, di docente, sicuramente c’è il lato bello dell’insegnare ai ragazzi,  ma anche una responsabilità diretta:  questo episodio, in particolare, le ha insegnato qualcosa in più?

R – Si, mi ha insegnato  e ribadito il principio della responsabilità delle scelte: non ci si può sottrarre alle proprie responsabilità, nel momento in cui si sa che molte persone dipendono da una decisione che si può prendere o meno, io lo rifarei immediatamente, quello che ho fatto, anche sapendo dover andare incontro a tante difficoltà.

D – Quindi, la responsabilità anche come valore  da insegnare ai ragazzi?

R – Assolutamente sì.

Ringraziamo la professoressa Battezzati per il tempo dedicato e le auguriamo davvero un proficuo lavoro per il raggiungimento di un obiettivo comune, caro ad alunni, genitori e docenti, che è quello del bene collettivo che passa, inevitabilmente,  attraverso l’impegno e la responsabilità di  ciascuno.

articolo correlato:  https://www.giornaleradiosociale.it/notizie_extra/la-scuola-sara…o-cade-a-pezzi

 

Approfondimento:

Le risorse – La costruzione e la manutenzione delle scuole sarà resa possibile grazie alla liberazione di risorse dei Comuni dai vincoli del patto di stabilitàper un valore di 244 milioni di euro per il piano “scuole nuove” e il finanziamento per 510 milioni dal Fondo di Sviluppo e coesione, dopo la delibera Cipe del 30 giugno, per interventi di messa in sicurezza, per il piano “scuole sicure”, e di decoro e piccola manutenzione per il piano “scuole belle”.

A tal fine, il Governo ha reso noti i primi interventi del Piano per l’edilizia scolastica, predisposti dall’Unità di Missione istituita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, consultabili on line sul sito del Governo.