#OccupyCentral, un anno dopo le proteste di Hong Kong

di Fabio Piccolino

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E’ passato un anno dalla protesta che ha animato Hong Kong contro il governo cinese. I manifestanti chiedevano al governo di Pechino maggiore autonomia in vista delle elezioni del 2017, ma nonostante le richieste della piazza non siano state ascoltate, l’impegno civile ha lasciato in eredità una maggiore consapevolezza tra le persone  e la crescente necessità  di un percorso verso una transizione democratica che la Cina non potrà continuare ad ignorare in futuro.
Un anno dopo, gli attivisti chiedono sostegno agli Stati Uniti per la loro causa, mentre il leader di Occupy Central, studente Joshua Wong,  ha detto che l’attuale formula “un paese, due sistemi” non è più sufficiente  e che è arrivato il momento di aprire un dibattito sui prossimi anni, per il futuro di Hong kong e per quello delle prossime generazioni.
Comunque vada, la protesta del 2014 rimane la maggiore sfida lanciata a Pechino da quando Hong Kong non è più una colonia britannica, e ha dimostrato come  la società civile non abbia intenzione di cedere sul tema dei diritti, né di lasciarsi governare da una oligarchia legata agli interessi del Partito comunista cinese.