A Sassari il primo laureato con protezione internazionale. Il servizio di Katia Caravello. Bakary Coulibaly è un ragazzo di 32 anni, arrivato in Italia dal Mali su uno dei barconi della morte che solcano il Mediterraneo in fuga da guerre e carestie.Da pochi giorni è dottore magistrale in Pianificazione e politiche per la città, l’ambiente e il paesaggio. Un traguardo che mai avrebbe potuto immaginare prima che una ong lo salvasse dalle onde del Canale di Sicilia. Prima di partire, nel suo Paese, si era laureato in antropologia. Arrivato in Italia e ottenuta la protezione internazionale esprime il desiderio di proseguire negli studi. Un obiettivo reso possibile da una borsa di studio della Conferenza dei rettori delle Università italiane. Così nei giorni scorsi, al termine della discussione di una tesi sugli effetti urbani delle migrazioni si è guadagnato un meritato e sudato 110. Il suo nuovo sogno? Continuare a far ricerca e insegnare.
Utile o dannosa?
Dopo il via libera del premier Giuseppe Conte alla Tav, il Paese si divide sui costi e benefici della tratta ferroviaria ad alta velocità. Da sempre contraria alla Torino-Lione è Legambiente. Ascoltiamo perché dalla voce del presidente regionale Fabio Dovana (sonoro)
Sbarre sempre più strette
La fotografia di metà anno delle carceri italiane, fornita da Antigone, evidenzia il tasso di sovraffollamento più alto dell’Ue, pari al 119,8 per cento. Alessio Scandura che ha curato il rapporto dell’associazione. (sonoro)
Umanità, questa sconosciuta
Il governo pone la fiducia sul decreto sicurezza bis. Il provvedimento prevede multe per le organizzazioni che fanno salvataggio in mare, l’arresto del capitano e la confisca della nave. Sanzioni inasprite anche nel caso di manifestazioni pubbliche o sportive. Associazioni in piazza: “Tutta propaganda sulla pelle dei più deboli”.
Sete di diritti
Da oltre dieci anni reti e associazioni in campo per contrastare le politiche contro il libero mercato idrico e dei beni comuni, così come deciso dal referendum del 2011. Ascoltiamo Paolo Carsetti del Forum movimenti per l’acqua. (sonoro)
Noi speriamo che ce la caviamo da soli…
Continua il progetto esteso su dodici regioni per percorsi di autonomia destinati a chi ha forme di disabilità fisica o psichica. Il servizio di Katia Caravello: “Noi speriamo che ce la caviamo da soli” è il progetto, avviato ad agosto 2018 grazie ai finanziamenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che intende promuovere gradualmente l’autonomia di persone con disabilità fisica o psichica prima che essa si imponga improvvisa con il venir meno del sostegno familiare. L’iniziativa, che si concluderà a febbraio 2020, è articolata in 12 regioni e sviluppata da 13 associazioni. In totale interesserà 52 individui, coinvolti in esperimenti abitativi, laboratori, momenti aggregativi, percorsi individuali. In ciascun territorio le associazioni hanno dato vita a progetti che in seguito sono stati messi in rete fra loro in un sistema di confronto e scambio di buone prassi su scala nazionale. Nel blog del progetto sono raccontate le esperienze vissute in questi primi mesi di attività.
Laboratorio di salute popolare
Apre a Bologna il locale dove chiunque potrà ricevere assistenza: dal migrante appena arrivato in Italia che si sente spaesato e non sa come orientarsi nel Sistema sanitario, all’omosessuale che semplicemente cerca supporto psicologico. La struttura è promossa dal collettivo Labas, insieme al Gruppo Prometeo e l’associazione degli studenti di Medicina dell’Università felsinea.
“Non siamo spazzatura”
Lo ha urlato ieri un prete a Roma mentre, con la sua sedia a rotelle, bloccava il passaggio del bus a piazzale Flaminio. L’uomo non è potuto salire perché il mezzo Atac era sprovvisto di pedana e così ha deciso di inscenare la sua personale protesta, facendosi portavoce delle tante persone con disabilità costrette a muoversi ogni giorno tra i mille ostacoli della Capitale.
Pericolosa deriva
L’associazione 21 luglio stigmatizza il contenuto della circolare inviata dal ministro Salvini ai prefetti sui nomadi presenti in Italia, dicendosi preoccupata per l’oggetto e le finalità della stessa. “Si sta preparando il terreno a una situazione emergenziale – sottolinea la onlus – che già nel 2011 era stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato”.
Lungo la strada dei diritti
Si ferma per un meritato riposo estivo, il camper del Downtour, che ha viaggiato ininterrottamente, dal 21 marzo ad oggi per portare in tutta Italia il suo messaggio di inclusione verso le persone con sindrome di down. L’ultima tappa di questa prima lunga marcia si è appena conclusa a Catania. Ripartirà alla volta di Siracusa il 9 settembre.