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Non una di meno


downloadOggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. In Italia un omicidio ogni tre giorni. Il servizio di Clara Capponi.

 

I numeri di solito non raccontano la realtà, possono farci riflettere ci aiutano a capirla meglio.
Poi ci sono i numeri che mettono paura, come quelli diffusi dall’Istat in questi giorni. Raccontano che 6,7 milioni di donne hanno subito una qualche forma di violenza, abusi che portano ogni 3 giorni una donna a morire. 166 sono le vittime di femminicidio nel 2016 e 73 i figli rimasti senza madre. Dati che fotografano non un’emergenza ma un fenomeno strutturato e ben radicato, una tra le più diffuse violazioni dei diritti umani su cui dobbiamo riflettere e reagire. Anche per questo il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale dedicata all’eliminazione di ogni forma di violenza contro le donne. Anche per questo sabato 26 novembre la rete Non una di meno scenderà per le strade di Roma con una manifestazione nazionale a cui hanno aderito centinaia di associazioni e singoli cittadini.

Scossa solidale


anpas-amatriceSono oltre 16 milioni i fondi raccolti da Caritas e destinati ad essere investiti sui territori colpiti dal sisma. I fondi verranno usati per una ricostruzione che sarà edile, sociale e imprenditoriale. La priorità a chi ha perso tutto nel terremoto dello scorso 30 ottobre.

Bambini apolidi, l’appello ai Paesi europei


lonely-428380_960_720Oltre cinquanta organizzazioni della società civile europea hanno firmato un appello per chiedere di porre fine all’apolidia dei bambini.

Il documento è stato presentato ai membri del Parlamento europeo dall’European Network on Statelessness (Ens), di cui fa parte anche il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir).

L’obiettivo della petizione è quello di fare pressione sui vari Paesi affinchè riformino le legislazioni che impediscono ai bambini di acquisire una nazionalità, eliminando i gap normativi o problemi nelle prassi burocratico-amministrative.

 

“Siamo convinti che l’approvazione del disegno di legge sul riconoscimento dello status di apolide sia un passo indispensabile e raggiungibile per eliminare la sofferenza di migliaia di persone in Italia, tra cui tantissimi bambini”, ha detto Daniela Di Rado, responsabile del tema per il Cir. “È un impegno che il Parlamento dovrebbe prendersi per garantire dignità a persone che vivono, nel nostro Paese, senza il riconoscimento dei loro diritti più basilari”.

 

Per Fiorella Rathaus, direttrice del Cir, “è difficile immaginare che vita sia quella di un bambino che cresce senza una nazionalità: può significare restare esclusi dal sistema sanitario, dalla possibilità di andare a scuola e molte altre opportunità, senza contare l’impossibilità di esprimere il proprio potenziale e sviluppare un senso di non appartenenza. Questa condizione, oltre che causare numerose difficoltà pratiche, comporta un senso di angoscia per i bambini e i loro genitori”.

 

Le ricerche condotte dall’Ens rilevano che spesso chi nasce da genitori senza una nazionalità eredita questo status. Anche i bambini in stato di abbandono o orfani, con genitori senza una nazionalità conosciuta, corrono questo rischio, esattamente come quelli che affrontano il processo internazionale di adozione  e che arrivano in Europa come rifugiati. “Il supporto ricevuto dalla campagna #StatelessKids in tutta Europa, che conta più di 22mila firme, mostra il grande impegno per eliminare l’apolidia e la sofferenza che causa ai bambini e ai genitori. La buona notizia è che l’apolidia è un problema risolvibile lavorando insieme. La società civile e i governi possono mettere un punto una volta per tutte”, ha concluso Chris Nash, direttore di Ens.

 

La campagna per lo stop all’apolidia dei bambini prevede eventi in Italia, Polonia, Slovenia, Francia, UK, Albania, Macedonia, Serbia e altri Paesi. In Italia il legislatore deve ancora adottare il disegno di legge S.2148 sul Riconoscimento dello status di apolide presentato ormai un anno fa dalla Commissione dei Diritti Umani del Senato in collaborazione con l’Unhcr e il Cir.

 

(Fonte: Redattore Sociale)

#Maipiùbullismo


bullismo88487Fino al 27 novembre una serie di eventi di sensibilizzazione sul tema. Un’emergenza sociale i cui numeri sono tristemente allarmanti: un ragazzo su due subisce episodi di aggressione verbale, psicologica e fisica e il 33% è vittima ricorrente di abusi.

Infanzia negata


teddy-bear-440498_960_720La violenza sui bambini è una patologia e per questo deve attenersi alla sfera della salute pubblica. È la richiesta di Terre des Hommes. Ascoltiamo Federica Giannotti, responsabile Programmi Italia della ong. (sonoro)

Soccorso capitale


imagesEmergency apre il primo ambulatorio a Roma, a Torre Angela, perché tutti possano avere accesso alle cure. Si tratta di uno dei quartieri più popolosi della città con 260 mila residenti, di cui 1 su 5 straniero, dove l’edilizia popolare non basta a rispondere ai bisogni della popolazione e nei tanti edifici occupati esistono situazioni di marginalità e di degrado.

Roma Bambina


rnuirhtkdkhpycb-800x450-nopadQuesto il nome del progetto dell’associazione La Scuola di Pace. Obiettivo: realizzare spazi di vivibilità nella capitale partendo dal basso, dall’azione dei cittadini in una visione di città a misura d’infanzia.

Non è un Paese per bambini


shoes-505471__180L’Atlante di Save the Children fotografa una situazione drammatica: per la povertà sempre più piccoli vivono in abitazioni senza riscaldamento, mangiano male, non fanno sport e cresce l’abbandono scolastico. Il servizio di Clara Capponi.

 

Sono un milione e 130 mila i bambini e ragazzi che vivono in povertà assoluta, una condizione che negli ultimi dieci anni interessa il triplo delle famiglie che hanno un minore. Tra le aeree più colpite il Mezzogiorno, mentre al nord le famiglie più investite sono quelle immigrate, che rappresentano il 41% delle famiglie in difficoltà. A rilevarlo il 7° Atlante di Save the Children, presentato ieri a Roma.La speranza è che il fondo per il contrasto alla povertà educativa, recentemente attivato dalle fondazioni di origine bancaria, dal governo, con il coinvolgimento del terzo settore, possa essere una occasione concreta per ripensare e dare slancio a tutte le politiche per l’infanzia e l’adolescenza” come ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia – Europa di Save the Children. Rispetto agli altri paesi europei lo Stato italiano spende molto meno per il loro futuro. Siamo agli ultimi posti, prima solo di Romania a Grecia.

Vivila tutta


burnout-991331_960_720È il nome della campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Federazione cure palliative onlus. Obiettivo: ridare dignità ai malati inguaribili e rilanciare il loro diritto a vivere al meglio il tempo che hanno ancora a disposizione.