Lettera aperta della redazione del carcere di Padova, dopo la chiusura di “Sosta Forzata”, giornale realizzato per undici anni alle Novate di Piacenza e sospeso dalla direzione del penitenziario qualche settimana fa. L’appello della direttrice Carla Chiappini: “Ci dicano se vogliono che esistiamo oppure no”.
Protect people not borders
Oggi a Roma un’intera giornata dedicata ai temi dell’immigrazione con il patrocinio dell’Università Lumsa. Diverse le associazione racconteranno storie dal mediterraneo. Ai nostri microfoni Tareke Brahne, portavoce del Comitato Tre ottobre che promuove l’evento.
Incidenti stradali: la strage infinita
La cronaca di questi giorni riporta inevitabilmente alla ribalta tragedie stradali, in cui vittime innocenti hanno perso la vita. E intanto, martedì 24 marzo, alle ore 17,00, ci sarà in tutta Italia una mobilitazione dei familiari delle vittime: un sit-in per chiedere che venga introdotto il reato di omicidio stradale. A Roma sarà davanti al Quirinale, nelle altre città davanti alle prefetture o ai municipi.
Sono ancora forti l’orrore e il dolore che hanno suscitato la notizia e le immagini legate al tragico incidente, non certo ultimo, purtroppo, che ha strappato alla vita un ragazzo di appena 15 anni, mentre si stava recando ad una partita di calcio, accompagnato in auto dalla madre, che riversa, invece, in gravi condizioni di vita in ospedale. Tutto è accaduto, sicuramente, a causa di una mancata precedenza, che ha visto coinvolte altre automobili senza gravi conseguenze per i passeggeri, mentre non c’è stato nulla da fare per il ragazzo, spirato prima ancora di giungere in ospedale. Dure le parole del padre: “Voglio morire anch’io!”.
Ecco, partiamo da questa terribile affermazione, seppure dettata da tanto dolore, che purtroppo è comprensibile in ciascun essere umano, dopo la perdita di una o più persone care, a seguito di incidenti stradali mortali: non c’è altro pensiero che desiderare la fine da parte di chi, purtroppo, rimane con quel vuoto immenso che la vita perduta lascia alla spietatezza della morte. Ma cosa fare? chi può intervenire per bloccare questa strage infinita di vittime innocenti?
Molte le associazioni nate per contrastare con tutti i mezzi questa escalation di incidenti, dovuti, il più delle volte, allo stato fisico e psichico critico di chi sta alla guida, che da anni si battono per restituire giustizia e dignità alle famiglie delle vittime di incidenti stradali, ed il cui contributo è stato determinante nel formulare la proposta di legge ora in discussione in Parlamento. Fino ad oggi, infatti, i pirati della strada, coloro che sono alla guida di un’auto, o chi causa colposamente gravi danni fisici ad altri soggetti, non fanno neanche un giorno di carcere e continuano a guidare liberamente. Per questo è stato organizzato un sit-in in tutta Italia, davanti alle prefetture o i municipi, e a Roma davanti al Quirinale, per sollecitare l’introduzione del reato di omicidio stradale.
Ma che cos’è il reato di omicidio stradale? Solo recentemente si è cominciato a parlare di omicidio stradale, precisamente dal 2011, definendolo, talvolta, “ergastolo della patente” perché si è proposto di vietare per sempre, a chi ha causato gli incidenti più gravi, sotto l’effetto di alcool e di droghe, di mettersi di nuovo al volante.
Ad inizio 2014 fu il vice ministro Nencini a proporre di inserire nel nuovo Codice della Strada il reato di omicidio stradale. Si tratta, in sostanza, di un’aggravante, che trasforma il reato eventualmente commesso, da colposo a doloso: se chi guida a folle velocità, o sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti, causa la morte di una o più persone, è punibile con la reclusione da 8 a 18 anni, oltre che con il sequestro della patente a tempo indeterminato.
“Molti di coloro che si mettono alla guida sotto effetto di alcool o droga e sono responsabili di un omicidio sulla strada, tra sconti di pena e patteggiamenti di varia natura, non fanno un giorno di galera”, le parole di Nencini. “E la media è 2 anni e mezzo di carcere. Per questi motivi e per una questione di giustizia, bisogna che si approvi il prima possibile il reato di omicidio stradale. La legge delega è già stata approvata dalla Camera e anche al Senato siamo a buon punto nell’iter di approvazione”, ha concluso il vice ministro ai Trasporti.
E qui, chi non ricorda le parole del premier Renzi, lo scorso dicembre, quando fece pubblicamente una promessa, ribadita in un video messaggio inviato alla famiglia di Lorenzo Guarnieri, ragazzo ucciso in strada a Firenze da un’auto pirata.” Il 2015 sarà l’anno in cui noi interverremo» sull’omicidio stradale, «aspetteremo che sia il Parlamento a legiferare, visto che la discussione è in fase avanzata, ma se non lo farà il Parlamento, lo faremo noi. Il tempo dell’impunità è finito». L’omicidio stradale e l’ergastolo della patente, secondo le intenzioni del premier, diventeranno legge nel 2015. “Il tempo dell’impunità è finito – assicura il Premier – il 2015 sarà l’anno della svolta definitiva. L’omicidio stradale e l’ergastolo della patente sono due provvedimenti che il Parlamento sta esaminando. Bisognerà dare una risposta. Aspetteremo che siano le Camere a intervenire, perché credo sia giusto che possano legiferare, visto che sono in stato di avanzata discussione su questi temi. Se non lo faranno, provvederemo noi. Nel 2015 – ha garantito Renzi – le cose avranno finalmente compimento dal punto di vista normativo”.
Ma il tempo per i famigliari delle vittime non passa mai e ormai, dopo l’ennesimo rinvio, delusi, non si fermeranno, e continueranno a far sentire la propria protesta con tutto il dolore che hanno, fino a che non riusciranno a porre fine a questa inarrestabile ondata di strage infinita, con la certezza della pena per i colpevoli di tante tragedie, ma, soprattutto, per quel non scritto diritto di giustizia per i loro cari.
Arrivi record
È un fiume in piena difficile da arrestare quello dei rifugiati diretti in Europa. Secondo l’Eurostat in Italia nel 2014 i richiedenti asilo sono aumentati del 143% rispetto al 2013. La proposta del Viminale a Bruxelles è di finanziare i paesi del nord Africa per coinvolgerli nell’attività di sorveglianza in mare, ricerca e salvataggio.
Cacciati senza alternative
La Corte europea per i diritti umani blocca lo smantellamento del grande campo nomadi spontaneo di Lungo Stura Lazio a Torino, in corso dallo scorso luglio. Secondo Strasburgo non c’è nessuna garanzia sulla riallocazione, specie delle famiglie con minori, anziani e disabili.
Si parte
Da pochi giorni il Csv di Treviso ha avviato il progetto Stacco per creare una rete di trasporto locale per le persone con difficoltà fisiche o svantaggiate. L’iniziativa coinvolgerà oltre
40 associazioni, 420 volontari e 70 mezzi in tutta la provincia.
Banchi di prova
A Catania è nato un progetto sperimentale nelle scuole contro il bullismo. L’iniziativa sarà realizzata in tre istituti secondari di primo e secondo grado. A promuoverla diverse associazioni come Media education lavorando su un approccio multidisciplinare che coinvolga attivamente i ragazzi.
“Accendi la mente, spegni i pregiudizi”
Con questo slogan si è aperta oggi la settimana di azione contro il razzismo organizzata dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. Fino a sabato spettacoli, presentazioni di libri, dibattiti e seminari per eliminare il seme dell’odio e promuovere l’interculturalità.
Oltre il pregiudizio
Superamento dei campi nomadi in Italia e concreta attuazione della Strategia nazionale d’inclusione di rom, sinti e camminanti. A prevederlo una risoluzione appena approvata in commissione Diritti umani al Senato.