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Pallone d’oro


Il Bayern Monaco ha annunciato l’apertura di un campo di allenamento per bambini e ragazzi profughi giunti negli ultimi giorni in Baviera, al termine della drammatica odissea lungo la rotta balcanica. La squadra campione di Germania metterà a disposizione al tempo stesso un milione di euro per l’emergenza migranti.

Buone pratiche


Si sta concludendo la prima fase di formazione tenuta dall’Uisp nel campo profughi palestinese di Mar Elias in Libano e realizzata dalla ong italiana Ctm. Un corso rivolto alle operatrici per avvicinare i bambini allo sport. Da Beirut il formatore Alessandro De Paolis ci illustra gli obiettivi del progetto. “Abbiamo come obiettivo quello di portare la nostra esperienza sul gioco, sulla metodologia obliqua, sull’insegnamento tramite il gioco e il movimento alle insegnanti dei campi profughi. Abbiamo avuto questa ottima opportunità di entrare nel campo profughi e fare questa formazione e avere anche da loro molto in cambio. Quindi è stata un’esperienza molto arricchente.”

No, grazie


In Germania c’è una squadra contro cui nessuno vuole giocare, si tratta dell’Fc Ostelbien Dornburg dove quasi tutti i suoi calciatori e i tifosi si dichiarano neonazisti. Così ben 65 delle 68 squadre del campionato si rifiutano di incontrarli. Al momento la federazione regionale non ha intenzione di preoccuparsi della vicenda e la formazione rischia seriamente di vincere il campionato senza mai scendere in campo.

La solidarietà fa gol


Si chiude domenica la 26esima edizione del memorial Gaetano Scirea. Quest’anno durante il torneo è stato inserito un premio al sociale nel calcio, assegnato a Gaia Simonetti e Nadia Giannetti dell’Area Comunicazione della Lega Pro che, con la figlia di Stefano Borgonovo Alessandra, hanno ideato le “tappe del cuore”.

Cartellino rosso


Polemiche per l’articolo 19 del regolamento Fifa sullo status dei calciatori. Nate per contrastare il fenomeno della tratta dei baby, le norme vietano il primo tesseramento di un minorenne per un Paese di cui non è cittadino. Protesta delle associazioni: “Per iscrivere un bambino straniero a scuola basta un documento – dicono – per farlo giocare a pallone ne servono decine”.

Sblocchi di partenza


Realizzare interventi di inclusione sociale per i ragazzi di Ardea, in provincia di Roma, tra gli 11 e i 19 anni attraverso lo sport. Il progetto rivolto a chi vive quotidianamente in condizioni di grave disagio economico con uno o entrambi i genitori disoccupati.

Non è un Paese per donne


Katayoun Khosrowyar ha piegato le fredde regole della burocrazia sportiva internazionale. Iraniana, ma nata e cresciuta in Oklahoma, gioca a calcio da quando ha 5 anni. Nel 2005, a 17 anni, è riuscita a costruire la nazionale arrivata seconda al campionato mediorientale di calcio femminile. Oggi è l’allenatrice della nazionale under 14 e il simbolo di una rivoluzione in corso. Pacifica ma prorompente. Dal 2005 le cose sono molto cambiate: oggi la lega nazionale conta 4mila iscritte e continua ad accogliere nuove leve, che scendono in campo con il velo anche a livello internazionale, e lo sport femminile iraniano spera nell’arrivo di sponsor stranieri e di intese sportive con il calcio occidentale.

Vesuvio antirazzista


L’Afro-Napoli United debutta in Prima categoria. Oggi la presentazione ufficiale della squadra di calcio multietnica che da sei anni si fa promotrice di valori e principi sani, lottando contro il razzismo e ogni forma di discriminazione. L’evento si terrà al Fondo Rustico Amato Lamberti di Chiaiano, nel consueto “agri-aperitivo” sul terreno confiscato e con il dj set d’eccezione dei 99 Posse.

IL CIELO è SEMPRE PIù AZZURRO


Finalmente un atleta azzurro supera il primo turno e procede nel percorso di qualificazione: è Libania Grenot, atleta di origine cubana naturalizzata italiana e campionessa europea dei 400 metri, a regalare questa gioia alla Nazionale Italiana superando il primo turno del giro di pista correndo la sesta e ultima batteria in 51 secondi e 64, che vale il quarto posto.

Tricolore internazionale


Da oggi al 30 agosto Reggio Emilia diventa capitale internazionale dello sport giovanile: la città ospita infatti la quinta edizione dei “Giochi internazionali del Tricolore”, con la partecipazione di 3.000 giovani atleti tra cui 700 stranieri dagli 11 ai 19 anni, provenienti da 16 Paesi del mondo. L’evento, nato nel 1997 e organizzato nell’ambito del programma di ”Reggio Emilia per Expo 2015”, prevede 300 gare in 50 impianti sportivi di 14 Comuni tra Reggio Emilia e Modena