I diritti di sempre: uccidere non è giustiziare

di Ivano Maiorella

Alcune notizie passano velocemente, altre rimangono e ci fanno riflettere sul senso della vita: punizione e giustizia. “La strada per la libertà” è un film di Ava DuVernay dello scorso anno e rievoca i fatti di Selma, Alabama, dove cinquant’anni fa la polizia represse nel sangue la manifestazione di 500 attivisti per il voto agli afroamericani.

Dieci giorni fa, mentre il presidente Obama marciava con la sua famiglia per ricordare questa pagina buia, diceva: “Selma non riguarda il passato. Selma è ora”. Parlava di giustizia e si riferiva ai comportamenti della polizia di Ferguson, Missouri, di alcuni mesi prima.

Nel dicembre 2014 lo slogan “Black lives matter“, cioè “La vita dei neri conta”, si era diffuso nelle proteste seguite all’uccisione degli afroamericani Michael Brown ed Eric Garner, uccisi da agenti bianchi rispettivamente a Ferguson vicino St. Louis, in Missouri, e a New York.

Cinquant’anni dopo i fatti di Selma, 7 marzo 2015: il presidente Obama parlava e marciava. In quei giorni venivano uccise altre tre persone di colore negli Usa. A Madison, nel Wisconsin, un ragazzo disarmato veniva freddato dalla polizia provocando la protesta degli abitanti del quartiere. Ad Atlanta, in Georgia, un poliziotto uccideva con due colpi di pistola a bruciapelo un ragazzo afroamericano che correva nudo per la strada. Il poliziotto ha visto il ragazzo correre verso di lui disarmato, ha aperto il fuoco e l’ha ucciso. In Colorado veniva ucciso un 37enne di colore, anche lui secondo le informazioni che sono trapelate era disarmato. L’uomo sarebbe stato ricercato per sequestro di persona e di rapina. L’agente nel tentativo di arrestarlo ha fatto partire alcuni colpi di pistola che lo hanno ucciso.

Ci saranno dei processi per queste cose, in quella che è la patria dei processi. Ma il punto è un altro: c’è un termine, giustiziare, che molto spesso viene usato a sproposito. Per indicare queste uccisioni e altre che avvengono nel mondo. Giustiziare deriva dal latino iustum, ‘secondo il diritto’. Significa questo: sottoporre a esecuzione capitale, in seguito a processo e regolare condanna a morte. Ovvero: giustiziare non è sinonimo di uccidere, mettere a morte, assassinare.

In quella che è anche la patria della detenzione legittima di armi da fuoco, il termine giustiziare viene spesso confuso con quello di “giustiziere”. E il diritto di punire viene confuso con un altro termine: diritto.

In Italia, in quella che è la patria del milanese Cesare Beccaria (1738-1794) questa confusione è un errore grave. Se è vero che l’illuminismo è la base della modernità.