A Gaza 1600 bambini uccisi: si mobilita anche il movimento delle donne arabe e ebree


 

Questa è la musica di un video diffuso da Hezbollah, il partito di Dio del Libano, che si esercita per un imminente attacco di Israele: il rischio di un allargamento del conflitto fino all’Iran è la miccia che può far scoppiare l’irreparabile. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 23 ottobre 2023, anno II della guerra, anno 4° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo. 

Oggi parliamo della guerra tra Israele e Palestina.  “Oltre 1.600 bambini sarebbero stati uccisi in due settimane di bombardamenti a Gaza. Più di 4.200 altri sarebbero stati feriti. L’uccisione e la mutilazione di bambini, gli attacchi su ospedali e scuole e la negazione dell’accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini. L’umanità deve prevalere”.

Questo è il bilancio fornito dall’Unicef di due settimane di bombardamenti su Gaza dopo l’attacco di Hamas. In campo scendono anche le donne e le madri arabe e israeliane del movimento Women Wage Peace: “altre guerre, bombardamenti, omicidi, arresti – scrivono nel loro position paper – e un ciclo infinito di spargimenti di sangue non permetteranno a noi e ai nostri figli di vivere qui come persone normali. Tutti i conflitti nel mondo sono stati risolti da accordi di pace. Sappiamo che queste parole sembrano immaginarie, ingenue e irrealistiche, ma questa è la verità e dobbiamo riconoscerla. Ogni madre, ebrea e araba, partorisce i suoi figli per vederli crescere e fiorire e non per seppellirli”.

Intanto nell’ultimo weekend si sono riempite le piazze italiane, da Napoli a Milano, a sostegno del popolo palestinese. Ascoltiamo le voci della manifestazione di Roma.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale