[Questa la voce del sottosegretario alla Giustizia Del Mastro che esalta i gruppi operativi mobili e le forze dell’ordine che non fanno respirare chi è stato arrestato: per le Acli è un’offesa alla Costituzione. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 18 novembre 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].
Oggi parliamo di autonomia differenziata. La sentenza della Consulta ha acceso lo scontro politico sulla riforma voluta dalla Lega e dalla maggioranza ma contestata da molte regioni, dalle opposizioni e dal movimento che civile che è sceso in piazza nell’ultimo anno anche per raccogliere le firme del referendum.
La Corte costituzionale ha ritenuto non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle Regioni ordinarie, ma ha considerato illegittime alcune specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo (quindi accogliendo parzialmente i ricorsi presentati dalle Regioni Campania, Puglia, Sardegna e Toscana). In linea generale emerge che la Corte insiste su due profili centrali: il rapporto tra le Regioni e il rischio che un’autonomia differenziata mal congegnata possa aumentarne i divari; la necessità di preservare il ruolo del Parlamento e il pericolo di un suo svuotamento (il riferimento è al fatto che risulta impedito alle Camere di emendare i testi oggetto del conferimento di autonomia) a favore di un negoziato blindato tra i Governi (centrale e regionale). Ascoltiamo Chiara Meoli, ufficio studi e ricerche del Forum Terzo Settore.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale