Capovolgere la sequenza del rider aggredito a Napoli


 

Circondato, aggredito e poi derubato del suo scooter. Questo è capitato a un rider di 50 anni a Napoli, ieri sera in piena zona rossa.

Un video ha immortalato la scena, con le sequenze dell’aggressione in 6 vs 1 e poi del furto nella desolata Calata Capodichino a pochi passi dall’aereoporto. Il video è diventato virale tanto da scatenare subito una serie di conseguenze.

Sui social network è partita una raccolta fondi che in poche è arrivata a 10mila euro: soldi che servono per riacquistare lo scooter a Giovanni. Il rider, infatti, ha fatto sapere che era tornato subito al lavoro recuperando un’auto per le ultime consegne.

Il terzo elemento, in realtà prioritario, è il rapporto tra il crimine metropolitano in una città che dovrebbe essere totalmente controllata per il coprifuoco serale e i rischi che corrono i nuovi schiavi del capitalismo digitale. La violenza verso chi lavora raschia il fondo della crisi che diventa una sequenza in video nelle aree metropolitane e al Sud: chi lavora come risposta al bisogno, lo sfruttamento taciuto di questi facchini su due ruote, ci sono le città zone rosse deserte, l’arancia meccanica urbana di teppisti senza scrupoli. E poi chi filma da un balcone con la potenza delle immagini e chi aziona la solidarietà raccogliendo una somma importante in poche ore.

Se si riuscisse a invertire la sequenza partendo subito con la solidarietà per chi e con chi lavora o non ha un reddito, forse, potremmo neutralizzare prima quei 6 avanzi urbani e garantire più dignità ai tanti Giovanni di questo Paese.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale