Così l’Italia rischia di dover restituire 1 miliardo di fondi europei rivolti ai Neet


[Apertura: Questa è la voce di uno dei lavoratori dell’industria cinematografica in piazza ieri a Roma: denunciano un tasso di disoccupazione del 60% nel settore e la mancanza di ammortizzatori sociali. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 5 giugno 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di giovani e lavoro.  In Italia, circa 1,7 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni non studiano, non lavorano e da oltre 6 mesi non seguono un percorso formativo. Nonostante il nostro paese sia il secondo nell’Ue con il più alto tasso di NEET (16,1%) – preceduto solo dalla Romania (19,8%) – rischiamo di dover restituire all’Europa circa 1 miliardo di euro per il mancato utilizzo delle risorse del Programma Operativo Nazionale – Iniziativa Occupazione Giovani. Erano infatti circa 2,7 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 quelli messi a disposizione per l’Italia per reintegrare nel mondo del lavoro i giovani NEET.

ActionAid e CGIL tornano a dare una fotografia dettagliata del fenomeno con il Rapporto “Neet: giovani in pausa”. Un’analisi non solo delle politiche pubbliche adottate fino ad ora per rispondervi, ma anche dei fondi stanziati per la loro realizzazione, con raccomandazioni per superare l’impatto di divari territoriali, disparità di genere e diseguaglianze sociali ed economiche che caratterizzano la realtà dei giovani in Italia.  Ascoltiamo Rossella Silvestre di Action Aid.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale