Dipendenze: così la Riduzione del danno fa bene alla salute e fa risparmiare


 

[Apertura: Questa è la voce di Massimo Troisi che ci lasciava 30 anni fa: il 4 giugno 1994 aveva appena terminato le riprese del suo ultimo film, Il Postino con Philippe Noiret. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 4 giugno 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di dipendenze.  I servizi di Riduzione del danno (Rdd) e Limitazione del rischio (Ldr) non offrono soltanto un importante presidio per la tutela della salute delle persone e della collettività, ma consentono di generare risultati che, senza la loro presenza, comporterebbero un costo molto più alto, in termini economici, per gli individui e le istituzioni.

È questo il messaggio che il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) ha lanciato a Roma nel corso della tavola rotonda “Quanto vale la Riduzione del danno? Il CNCA presenta la valutazione di impatto sociale dei suoi servizi di Diduzione del danno e Limitazione del rischio”. Gli utenti dei servizi censiti sono principalmente uomini, di età compresa tra i 18 e i 30 anni e italiani (58% nei dati disponibili).

Il 48% sono frequentatori con pattern di consumo o comportamenti potenzialmente rischiosi, il 25% senza dimora. La sostanza più consumata è l’alcool (27,96%), seguita da cannabis (23,51%), oppioidi (17,86%) e cocaina (17,77%). Ascoltiamo la presidente nazionale del Cnca Caterina Pozzi.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale